Un lavoro? Basta averlo, a qualunque costo
«Hai un lavoro! Non lamentarti! Ci sono migliaia di disoccupati che vorrebbero essere al tuo posto e, nonostante questo, tu hai il coraggio di rifiutare un’occupazione! Vergognati!». Così ragiona la stragrande maggioranza degli italiani: se hai un lavoro, taci e accontentati!
Lunedì scorso a Forum, il tribunale televisivo in onda sulle reti Mediaset, una donna ha intentato una causa contro la sua datrice di lavoro che l’avrebbe licenziata se non avesse accettato la modifica del suo contratto da full time a part time con turno anche di domenica.
Al di là dell’esito della sentenza e della veridicità di tutti i drammi che vengono presentati in questo programma, l’elemento che colpisce è la platea che ha sempre qualcosa da dire per giudicare ogni cosa. Ebbene: quali sono stati i soliti commenti ovvi in una situazione del genere? «Taci e lavora!».
Insomma, con le enormi difficoltà nel cercare lavoro, una volta che lo si trova non si può certo fare gli schizzinosi. Tu rifiuti? C’è un altro in coda. Ti obbligano a lavorare tutti i giorni senza riposo perché questo rientra nelle loro esigenze. E tu devi accettare. Devi accettare di essere sottopagato, di fare turni massacranti, di rinunciare a del tempo con la tua famiglia o addirittura di crearla, di fare gli straordinari senza essere pagato. Non hai capito? Il lavoro che hai è sacro, sputa sangue piuttosto, ma tienilo stretto. Altrimenti c’è un altro pronto a soffiartelo.
Mi raccomando, poi lamentatevi che i datori di lavoro vi sfruttano, non vi assumono e, nella remota possibilità che lo facciano, vi pagano sempre meno. Con il ragionamento di cui sopra finiamo per vivere per lavorare, già che ci siamo facciamolo gratis. Lavoriamo sempre, così quando a cent’anni arriveremo a quel sogno irraggiungibile chiamato pensione, potremo finalmente farci una piccola vacanza. Finiremo di certo per crepare prima per colpa dello stress. Siamo consapevoli che purtroppo alcune aziende devono imparare ad arrangiarsi per non chiudere bottega. Ma questa non è una scusa applicabile solo per risparmiare un’assunzione in più! Si possono fare dei turni, ci si può organizzare. Una persona non stressata e con il giusto carico di lavoro, rende molto di più. E non ci vogliono grandi studi per capirlo. Ma se non siamo noi a cambiare idea per primi, credete davvero che magicamente questa realtà cambierà? Vogliamo davvero vivere per lavorare? Il datore di lavoro continuerà a minacciare di prendere un altro, voi a incoraggiare il silenzio e lo sfruttamento. Prevedo un bellissimo futuro.
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