Lettere al Direttore: l’incoerenza di scrivere sul «Borghese»
Caro Direttore,
devo dirle la verità: mi ha deluso profondamente. Non credevo che lei fosse così opportunista da mettere da parte gli ideali per il suo arrivismo. Mi sto riferendo a «Eternit, soltanto pregiudizi», il suo articolo apparso sul numero di aprile del Borghese. Sappiamo tutti che lei è un comunista convinto, e la sua firma su un giornale di estrema destra non è che la conferma della sua cieca ambizione. Spero tanto – ma mi pare improbabile vista la rarità del nome – che si tratti di un omonimo. Non voglio farle la lezioncina ma mostrarle tutto il mio stupore (il giornale l’ho trovato a casa di un amico) per questa totale mancanza di coerenza.
Cordiali saluti
Giuseppe
Caro Giuseppe,
mi aspettavo una lettera di rimostranze, anche se non credevo che i toni sarebbero stati così accesi. Mi pare doveroso risponderle pubblicamente, anche per chi nutre i suoi stessi dubbi. Innanzitutto, nonostante non abbia mai affermato pubblicamente il mio credo politico (a chi gliene importa, poi?), non mi sento assolutamente vicino all’estrema sinistra, pur essendo ostile agli ultimi 10 governi; in più le dico che scrivere per un giornale non significa sempre sposarne appieno la linea editoriale. Le faccio l’esempio del Borghese: molto spesso, soprattutto quando si tratta di immigrazione e di diritti civili ai non eterosessuali, mi trovo in disaccordo con molti articoli pubblicati; però ritengo di scrivere su di un mensile fatto molto bene e nel quale posso lavorare liberamente. Questo, a mio avviso, è l’importante: ogni professionista deve lavorare senza vincoli di sorta e in un’azienda che lo sappia valorizzare.
I miei più cari saluti
direttore.lavocechestecca@gmail.com
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia