Lettere al direttore: lei e i suoi amici manettari
Caro Direttore,
proprio non capisco cosa si provi di tanto eccitante a fare i giustizialisti per forza: la legge ci ha dato 3 gradi di giudizio e tali devono essere. Ora fra lei e i suoi amichetti manettari va di moda condannare definitivamente chi è solo indagato. Forse a questo punto si potrebbero anche togliere i processi: tanto avete deciso tutto voi.
R.
Caro lettore,
il suo ragionamento filerebbe anche abbastanza liscio se non muovesse da premesse errate: chi scrive (e i suoi «amichetti») non vuole né sostituirsi al giudice nell’emettere condanne, né tanto meno abolire i 3 sacrosanti gradi di giudizio. A questo punto le pongo una domanda: lei ha mai ricevuto un avviso di garanzia? Io no, e – per quanto ne so – nessuno della cerchia dei miei «amichetti». Questo significa che essere indagati non è cosa all’ordine del giorno per chiunque e che quindi qualche sospetto c’è se gli inquirenti recapitano un avviso di garanzia. Ciò non comporta necessariamente che l’indagato sia colpevole, ma è fuor di dubbio che qualche possibilità ci sia. E lei affiderebbe il bene comune, la res publica a una persona che potrebbe utilizzarli per proprio vantaggio? È vero che anche io e lei potremmo potenzialmente agire in questo modo, però su di noi non c’è assolutamente nulla (per quanto la riguarda, la mia è ovviamente un’ipotesi), mentre chi è indagato ha un avviso di garanzia su di sé. Ovviamente questo discorso vale unicamente per la pubblica amministrazione, non certo per i privati cittadini. E altrettanto ovvio è che tale ragionamento concerne anche coloro che sono stati ritenuti colpevoli in primo e/o in secondo grado di giudizio.
Un saluto
Scrivi al direttore
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia
Perché ritiene sacrosanti i 3 gradi di giudizio in un paese civile, democratico, laico e moderno, nel quale è garantito il diritto di difesa? I processi hanno un costo per chi li istruisce e per chi li subisce, per la parte offesa e per l’accusato. L’efficienza e la brevità sono necessarie. Il garantismo non deve vanificare la certezza della pena!