Le origini del tormento – Nhora Caggegi
Storie in Rete oggi ci catapulta in un ambiente interiore ed esteriore caratterizzato dall’inquietudine. Le Origini del Tormento, a firma della catanese Nhora Caggegi, è infatti un thriller psicologico che utilizza il meccanismo freudiano della rimozione per creare un’atmosfera intrisa di suspence e mistero.
Tra fantasmi del passato e delitti nel presente,
La vicenda, che si svolge alle soglie degli anni Ottanta, prende le mosse dal più classico degli espedienti narrativi se il personaggio principale scrive per professione, come nel caso di Elvira. Ovvero il fantomatico blocco dello scrittore, condizione di malessere che impedisce il fluire della creatività. Nel caso del personaggio di questo romanzo, l’impedimento è intimamente legato a un oscuro tormento interiore, dovuto a sua volta a un senso di perdita non collegato a esperienze di cui la scrittrice ha memoria.
Per aiutarla a ritrovare la pace interiore, il padre le consiglia di trascorrere un periodo sabbatico nel piccolo villaggio di Fear Lake, un luogo angusto e quasi sconosciuto in mezzo alla natura, dove Elvira soleva passare le vacanze estive con la famiglia.
Nonostante quella costante sensazione di disagio non le consenta di avvicinarsi emotivamente alle persone, nel corso dei primi giorni nella nuova realtà Elvira diventa amica di Marty, la barista dell’unico locale del villaggio, di cui scopre il passato difficile. Il resto degli abitanti, pur conoscendola da bambina, si comporta invece in modo piuttosto schivo. Tra riti di magia bianca carichi di superstizione e conversazioni evasive, il villaggio intero dà l’impressione di covare una serie di oscuri segreti, legati a fatti di sangue di cui Elvira viene a conoscenza grazie all’amica.
Il giorno dopo, tuttavia, la figlia di Marty sparisce nel nulla, in un luogo analogo a quello in cui si era verificata una scomparsa decenni prima, ovvero lo chalet dove risiedeva la famiglia di Elvira durante le sue visite infantili. Da questo punto in poi, si inizia a dipanare una fitta trama di personaggi, situazioni e connessioni, che legheranno l’emersione graduale del doloroso ricordo sopito nella mente della scrittrice alla soluzione del caso.
Abitanti e location si fondono
In piena corrispondenza con l’atmosfera tetra di Fear Lake, la maggior parte dei personaggi presenti in Le Origini del Tormento risultano piuttosto tetri, autoreclusi per via di prigioni mentali, perdite di affetti, passioni sregolate e, in alcuni casi, squilibrio mentale. Sono lo specchio della protagonista, la quale è appunto tormentata dai fantasmi di un ricordo dimenticato. Il personaggio di Elvira è decisamente ben scritto, senza troppi fronzoli, ma con una buona serie di sfumature e contrasti. Uno tra tutti, quello tra la determinazione a scoprire i misteri di quel luogo per salvare la piccola Diana e la paura inconscia per le visioni del passato, che via via emergono sempre più nitide e inquietanti.
In generale, i secondari dimostrano una buona funzionalità alla vicenda e una discreta caratterizzazione individuale, sebbene la maggior parte di essi non risulti memorabile, proprio per via di quel tratto comune di diffidenza e di omertà.
Poche sono le voci fuori dal coro, tra tutte Marty e Lucas, figlio del fondatore del villaggio, la cui passionalità emerge a prescindere dalla conoscenza dei motivi di fondo delle loro azioni. In generale, dalla narrazione emerge che i personaggi positivi e cristallini tendono a essere squalificati, a vantaggio di quelli che hanno palesemente qualcosa da nascondere. Il quadro dei tipi umani risulta dunque piuttosto lugubre e fortemente legato al tono dell’ambientazione, come se essi fossero le tessere di un mosaico comune.
Niente ridondanze, solo rimembranze
La scrittura di Nhora Caggegi si caratterizza per uno stile sostanzialmente asciutto ed essenziale, atto a suscitare emozioni tramite la rappresentazione concreta e inquietudine grazie alla sua parziale assenza. La scelta di utilizzare come intermezzo il ricordo chiave di Elvira in via di emersione, al quale i fatti del presente aggiungono via via un dettaglio, e quella di riportarlo direttamente nella forma del flusso di pensieri sono emblematiche di un approccio basato sullo show don’t tell, che punta all’immersività totale nei panni del punto di vista narrante.
Una scelta vincente, se si considera anche la bravura dell’autrice nel mantenere centrale il senso di smarrimento della protagonista. Si tratta di una lettura fluida, scorrevole, che gestisce molto bene i dialoghi e inserisce i colpi di scena al momento giusto. Pur ricco di pathos, il romanzo non ne abusa e non si limita a soluzioni narrative di facile intuizione. Tutt’altro, a dire il vero, al punto che la mitraglia di colpi di scena finale era davvero poco ipotizzabile sulla base degli elementi precedenti.
In definitiva, Le Origini del Tormento è un ottimo esempio di thriller psicologico, che utilizza al meglio gli stilemi del genere per coinvolgere il lettore e tenerlo sulle spine fino all’ultima pagina. Decisamente consigliato per gli amanti del genere e per chiunque sia in cerca di forti emozioni!
Classe 1993, volevo fare il giornalista ma non ho la lingua abbastanza svelta.
Mi arrabatto tra servire pietanze, scrivere e leggere romanzi, consumare bottiglie di vino, crisi esistenziali, riflessioni filosofiche di cui non frega niente a nessuno e criptovalute.
Amo il paradosso, dunque non posso essere più felice di stare al mondo.