L’eolico per sostituire il petrolio: a Taranto un nuovo megaimpianto
L’uso dei combustibili fossili è da sempre un problema per l’umanità e da anni si cerca di trovare una soluzione per l’approvvigionamento energetico del futuro. Una ragione per la quale questa transizione è necessaria risiede nel riscaldamento globale e tutte quelle conseguenze che possono portare a distruggere la nostra Terra.
Purtroppo, o per fortuna, questa necessità è diventata ingente a causa della guerra in Ucraina. Persino la Germania ha di recente ribadito la propria volontà di stoppare l’importazione di petrolio da parte della Russia entro la fine dell’anno. A esso seguirà il gas, come ribadito dalla ministra degli Esteri Annalena Baerbock in una recente dichiarazione:
Berlino dimezzerà il petrolio entro l’estate e saremo a zero entro la fine dell’anno. Poi il gas seguirà secondo una tabella di marcia europea comune, perché la nostra uscita congiunta, l’uscita completa Ue, è la nostra forza comune.
Ovviamente questo cambiamento può essere affrontato in due modi: reperendo il petrolio da altre nazioni, oppure sostituendolo con fonti rinnovabili.
Dunque in quante modalità si può sostituire il petrolio? In Italia si sta puntando anche sull’eolico.
Un parco eolico a Taranto
Il primo progetto eolico offshore è stato inaugurato a Taranto il 21 aprile e ha segnato forse l’inizio di una svolta per il nostro paese. Questo impianto costituisce la prima struttura eolica di tutto il paese e della regione del Mediterraneo ed è stato collegato alla rete nel porto di Taranto durante la cerimonia d’inaugurazione.
Questo importante progetto, denominato Beolico, è stato reso possibile grazie alla società cinese Ming Yang Smart Energy Group Ltd che ha fornito le dieci turbine necessarie per il funzionamento dell’impianto.
Esse producono attualmente, in totale, 30 megawatt, e potrebbero riuscire a soddisfare il fabbisogno energetico annuo di ben 20.000 famiglie.
Il parco eolico è nato anche grazie a Renexia, società del gruppo Toto, e costituisce una buona alternativa all’energia fossile. Secondo quanto stimato infatti, le sue imponenti pale, alte 110 metri, sono in grado di produrre 58000 MW e in 25 anni possono contribuire a diminuire la quantità di anidride carbonica immessa in atmosfera.
Eolico: un grande investimento, un grande risparmio
Il nuovo impianto comincerà a distribuire l’energia tra un mese esatto, quando tutti i collaudi necessari saranno terminati. Il parco eolico formato da queste 10 turbine situate a 2.5 km dalla costa ripartirà l’elettricità tramite una sottostazione vicina alla statale ionica 106, situata a 3 km dall’impianto.
Questo enorme progetto è nato nel lontano 2008 e ha richiesto l’investimento di ben 80 milioni per entrare in funzione oggi. La realizzazione delle pale, infatti, ha attraversato molte difficoltà , legate soprattutto ai ricorsi amministrativi mossi contro il progetto.
Tuttavia, si tratta di una buona opportunità per il futuro, come ha dichiarato anche Wang Lihe, la vicepresidente della società cinese:
Il progetto ha migliorato lo scambio di tecnologia ed esperienza tra le aziende cinesi ed europee, e ha contribuito alla cooperazione internazionale nel promuovere lo sviluppo dell’energia pulita e affrontare il cambiamento climatico.
Mini-eolico: energia pulita per le proprie case
Dato che le bollette, purtroppo, sono alte e forse aumenteranno ancora di più, si sta pensando a delle soluzioni pratiche e relativamente veloci per produrre energia autonomamente da casa. L’iniziativa passa attraverso l’installazione di pannelli solari sui tetti, oppure di versioni ridotte di quelli eolici.
Questi mini-impianti, che potrebbero essere installati anche sopra una piccola abitazione, sono tuttavia in grado di produrre soltanto 3 kilowatt, a fronte di un costo tra i 1000 e i 2000 euro. Ciò significa che l’elettricità prodotta non sarebbe sufficiente a rientrare di una spesa piuttosto ingente, anche se detraibile.
Sicuramente le risposte sono ardue e al momento non esaustive, ma potrebbero essere il primo upgrade per un futuro più sostenibile e meno costoso anche per il comune cittadino.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.