Lettera al Direttore: il declino mediatico di Renzi
Carissimo Direttore,
sono giorni che non vedo nessuna lettera sul suo blog, spero che non abbiate già interrotto un’iniziativa che mi è piaciuta dal momento stesso in cui è iniziata. Volevo scriverle a proposito di Matteo Renzi, il nostro Primo Ministro: fioccano in questi giorni le prime critiche dei giornali “prorenziani” al suo operato. Ma si sono svegliati adesso?
Cordiali saluti
Arianna Lostrace
Gentilissima Arianna,
intendo innanzitutto rassicurarla: la nostra rubrica delle lettera è viva e vegeta, forse un po’ in letargo a causa delle ferie di molti lettori. La risposta alla sua domanda consiste in una laconica sentenza: ora non hanno scelta. Mi spiego meglio: la brillante inutilità di Renzi è stata ampiamente mascherata da vari “trionfi” (vittorie di Pirro, a ben vedere), ne elenco qualcuno: le critiche al passato da demolire – quale italiano non colluso non vuole cambiare?, la furbata degli 80 euro in concomitanza con le elezioni europee, la conseguente vittoria schiacciante con più del 40% e, last but not least, le apparizioni quasi mariane nei luoghi della gioventù come fra i discepoli di Lord Baden Powell pochi giorni fa. Come disse Montanelli a proposito di Enrico Mattei (da notare la combinazione di nome e cognome) “egli amava solo il potere, e l’amore del potere esclude tutti gli altri”. In questa frase viene riassunta la smodata ambizione di Renzi che, ora che è giunto al vertice della piramide – escludiamo il Quirinale per decenza, vuole rimanerci più tempo possibile. Il problema è che questa sua ambizione corrisponde ad altrettanta vuotezza di idee e proposte: le uniche che ha sono quelle partorite da chi lo mantiene in vita. Gli italiani hanno la pessima abitudine di seguire “l’uomo solo al comando”, celebrandolo come fosse il messia sinché non arriva il successivo: Mussolini, Berlusconi, Monti e Renzi. Quando la vista dell’italiano medio è annebbiata da cotante figure nessuno può farci nulla: è come un’influenza, puoi prendere tutte le medicine che vuoi ma passerà solo quando deciderà di passare. A proposito di italiano medio, Renzi ne è proprio il ritratto: “cordiale e pasticcione, buono e chiacchierone, tenero e padrone, furbo e intrallazzone”, tanto per citare dei celebri versi di Roberto Freak Antoni. Tornando alla sua domanda, mi scuso per questa lunga divagazione, Renzi sta iniziando a scontentare chi è più in alto di lui, e certi giornali, inclini per loro natura (colpa di un peccato originale non imputabile agli attuali dipendenti) a seguire il vento più forte, hanno capito che la “bora” di turno non si chiama più Matteo Renzi. Non ci si poteva aspettare nulla di diverso: se non si hanno argomenti, non si può fare altro che alzare l’asticella da saltare, anche se non si è in grado di superare nemmeno metà di quell’altezza.
Cordiali saluti
Tito G. Borsa
direttore.lavocechestecca@gmail.com
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia