Lettere al Direttore: Casale Monferrato: ci lasci in pace!

Egregio Direttore,

chi le scrive è un cittadino di Casale Monferrato che però, per ragioni che non le sto qua a spiegare, preferisce rimanere anonimo. Ho letto con molto interesse le varie «testimonianze» che lei ha pubblicato sul suo blog e non credevo ai miei occhi: non capisco il senso, però sono certo che lei ha qualcosa da guadagnare dalla caduta turistica del nostro paese. Lo dico perché noi non siamo solo l’Eternit, noi non siamo solo l’amianto, noi non siamo solo quelli che vivono per prendersi il mesotelioma: noi siamo persone che vivono in un paese che ha la sua storia, siamo persone che vivono anche senza pensare tutto il giorno all’amianto. Sono veramente disgustato dalla pessima pubblicità che sta facendo a Casale Monferrato con questi suoi «servizi»: se ne torni a casa sua e non ci rompa le scatole. Siamo già pieni di problemi anche senza che lei ci aiuti ad aumentarli.

R.


Gentile lettore,

non posso nascondere la profonda tristezza che mi ha dato la lettura della sua lettera: io sto facendo, nel mio piccolo ovviamente, del bene a Casale Monferrato, non sto certo boicottando il turismo. E poi, secondo lei, se uno sente nominare Casale, cosa gli viene in mente, la bellezza della sinagoga oppure lo schifo dell’Eternit? Vabbè darmi importanza, però addossare a me la colpa della divulgazione della questione amianto in Italia mi pare un po’ eccessivo.
Non è che forse bisognerebbe risolverli i problemi e non nasconderli sotto il tappeto in attesa che diventino così grandi da doverli rivelare per forza? Se dico che in Sicilia c’è la mafia è brutta pubblicità oppure un triste dato di fatto? Idem per lo scandalo Mose a Venezia.
Mi dispiace che lei la pensi così, davvero: non credevo che, intromettendomi nelle vite delle persone, avrei avuto vita facile; però una critica così mi pare davvero ingiusta ed eccessiva.
Saluti

Tito G. Borsa
direttore.lavocechestecca@gmail.com

 

Foto da Tripadvisor
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