Lettere al direttore: la hybris delle sentinelle in piedi
Gentilissimo direttore,
pochi giorni fa ho letto un suo post su Facebook tanto effimero quanto arrogante ed offensivo sulle sentinelle in piedi che in queste settimane stanno lottando in tutta Italia per la libertà di espressione che sarà violentata dall’avvento della legge contro l’omofobia. A parte il fatto che io sono una di quelle sentinelle offesa dal suo macabro post, ritengo che lei è il primo che si contraddice se sul suo blog inneggia alla libertà di espressione e poi ritiene le sentinelle in piedi “aberrazione dell’umanità”.
Distinti saluti
Una sentinella
mach.ewes55@outlook.com
Gentile lettore,
non posso che dispiacermi per la sua appartenenza alle sentinelle in piedi: a mia memoria mai alcuna manifestazione è stata altrettanto violenta ma al contempo sciocca, ingenua ed esecrabile. Parlo di violenza ma intendo la ύβρις greca: la tracotanza, la violenza psicologica. Non credo sia necessario entrare nel merito della forza che hanno delle persone mute, mute come bia che non ha bisogno di esprimersi per esternare la propria violenza. Per quanto riguarda gli altri aggettivi che ho usato (“sciocca e ingenua”) spenderò qualche parola in più: chi fa parte delle sentinelle in piedi non sa quello che sta facendo: la legge contro l’omofobia, nel remoto caso in cui fosse approvata dal parlamento, non limiterebbe in alcun modo, razionalmente parlando, la libertà di informazione: sarebbe punita infatti la discriminazione, e non si tratta di discriminazione essere, tanto per fare un esempio concreto, contrari alla famiglia “arcobaleno”. L’epiteto frocio di merda (mi scusino la caduta di stile) invece sarebbe proprio discriminazione e come tale va punita, ed è ben più grave di un offesa comune (sei un cretino). Chi non è d’accordo, affari suoi.
Cordiali saluti
Tito G. Borsa
direttore.lavocechestecca@gmail.com
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia