Lettere al Direttore: ma Renzi è davvero il cambiamento?
Gentilissimo Direttore,
so di essere solo uno dei suoi tantissimi lettori però penso che rispondere pubblicamente a questa lettera potrebbe essere utile a molti. Renzi era il cambiamento, vero? Ed ora che scopriamo che, oltre ad essere andato in montagna a sciare con l’aereo di Stato durante le vacanze natalizie, ha pure usufruito di un elicottero per spostarsi quando esistono i treni che sono molto meno dispendiosi e inquinanti, cosa dovremmo pensare?
Cordiali saluti.
Giuseppe
Gentile Giuseppe,
posso tranquillamente affermare di non aver mai creduto – neppure per un secondo – che Matteo Renzi fosse il «cambiamento», il «rottamatore» come egli stesso si è più volte definito. E non ho mai neppure pensato che quella del fiorentino fosse la fatidica «volta buona», per citare uno dei suoi più famosi e utilizzati hashtag. Matteo Renzi è il vecchio mascherato (nemmeno tanto bene) da nuovo e usufruire dei voli e degli elicotteri di Stato non è che uno dei tantissimi esempi che potremmo fare. Lui si giustifica con le «ragioni di sicurezza» ma non sarebbe altrettanto sicuro prenotare i posti per sé e per le guardie del corpo su un Frecciarossa? Evidentemente no.
Sono d’accordo con lei: il treno è il mezzo più economico e meno inquinante per le lunghe distanze, escludendo le compagnie aeree low-cost che però siamo noi i primi a ritenere poco idonee ad un presidente del Consiglio.
Ma, ricordiamocelo sempre, il problema di questo paese non è Matteo Renzi ma sono i cittadini: coloro che hanno votato il Pd, Fi e Ncd nel 2013 e che quindi hanno fatto eleggere il parlamento che ha votato la fiducia a Renzi e coloro che hanno votato il Partito Democratico alle europee dell’anno scorso il cui risultato – inaspettato e schiacciante – è valso la consacrazione di Renzi. Il presidente del consiglio, nominato legittimamente (chi dice il contrario si legga la Costituzione) da Giorgio Napolitano, ha bisogno della fiducia delle camere, espressione (in teoria) del volere dei cittadini; quindi non è la nomina il problema bensì, ripeto, la fiducia. A parte il fatto che il nostro è un parlamento di nominati, e quindi incostituzionale secondo quanto ha detto la consulta nel 2013, le percentuali sono però espressione del volere popolare e quindi Renzi, in maniera indiretta e abbastanza paradossale, ha ottenuto la fiducia dai cittadini.
Ne valeva davvero la pena? Valeva la pena continuare per consuetudine o per paura a votare il Partito Democratico quando c’erano più alternative molto più valide? Non credo proprio.
Tito Borsa
direttore.lavocechestecca@gmail.com
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia