L’intelligenza artificiale potrà creare arte?
Da tempo si dibatte su un tema: l’intelligenza artificiale soppianterà mai l’uomo? Sarà mai in grado di «creare arte»?
In questi anni si è sempre creduto i robot siano macchine in grado di progredire, ma mai quanto l’uomo. Questa tesi è basata sul fatto che, com’è noto, gli automi non sono ad oggi in grado di dare vita a produzioni creative come la scrittura, la satira o la pittura.
Ad esempio, secondo Rodney Brooks, creatore del robot Baxter di Rethink, questa possibilità è assai remota dato che «i robot aumentano la produttività, incrementano l’efficienza di chi lavora, senza intaccare l’occupazione».
L’uomo è sempre stato identificato come un entità senziente ed elevata necessaria alla realizzazione di ogni mansione. L’immagine apocalittica secondo la quale i robot potranno sostituire l’uomo con una autonomia pari a quella di un individuo senziente sembra remota a molti.
Infatti, anche il docente di ingegneria del MIT John Leonard ha dichiarato che non crede che le macchine possano sostituire del tutto chi lavora, per il fatto che «non si può ancora fare a meno di chi guida».
L’idea è sempre stata quella che la funzione delle macchine fosse quella di aiutare l’uomo senza mai poterlo sostituire.
È davvero ancora così?
Secondo l’ultima frontiera della tecnologia, ora l’intelligenza artificiale sarebbe arrivata anche a riprodurre magnifici capolavori d’arte.
Il prodigio in questione è chiamato GAN, ovvero rete generativa avversaria, ed è formato da due reti neuronali in grado di interagire l’una con l’altra.
La prima è la responsabile della creazione, mentre l’altra procede fino al raggiungimento del risultato designato.
Come fa un’intelligenza tecnologica a distinguere un capolavoro da una foto o da una riproduzione scadente?
Come tutte le intelligenze artificiali, anche questa è il risultato di un estenuante addestramento che le permette di distinguere le opere d’arte dalle foto, basandosi su un bacino di 81.500 dipinti.
Oltre a questo, GAN è in grado di indentificare e distinguere i diversi stili della pittura e potrebbe in futuro riuscire anche a cimentarsi nella composizione musicale.
L’intelligenza artificiale in questione è in grado anche di riprodurre volti, paesaggi e nature morte con una resa talmente precisa da riuscire a discostarsi minimamente dal lavoro dei pittori umani.
Altra questione: come può una macchina creare un pezzo d’arte che rappresenta una figura umana?
Sempre tramite l’allenamento. Infatti, il generatore di volti fotorealistici è stato in grado di creare una riproduzione quasi identica a quella creata dalla mano sapiente di un artista molto noto.
Anche in questo caso l’algoritmo pix2pixHD di NVIDIA è stato allenato a riconoscere e riprodurre i volti in base all’immagazzinamento di migliaia di esempi storici risalenti al 1900.
Il lavoro è talmente sorprendente che alcune di queste opere sono anche esposte in alcune gallerie d’arte come The Painting Fool.
Dunque si può dire che l’intelligenza artificiale eguaglierà e soppianterà l’uomo? Potrà essere possibile anche se la sua bravura si basa comunque su le riproduzioni storiche dei grandi della pittura?
La domanda resta sospesa e sarebbe interessante averne una risposta. Tuttavia, sembra alquanto irrealistico che una macchina possa raggiungere la creatività e l’estro umano.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.