Lo steampunk: come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima?
Dal 7 gennaio fino al martedì grasso le strade si ricoprono di coriandoli e stelle filanti, le mascherine compaiono alle finestre delle scuole elementari e l’odore di frittelle invade le strade. In Italia una delle città più visitate nel periodo del Carnevale è Venezia e quest’anno, accanto alle maschere artigianali più classiche, ornate di piume e brillantini, spopolano accessori di ispirazione steampunk. Accanto allo spirito barocco arriva la fantascienza del passato.
Definire esattamente cosa sia esattamente il genere steampunk nelle sue varie declinazioni artistiche non è semplice, dato che si trova spesso inglobato nel filone fantascientifico. Occorre dunque partire dalla base ideologica.
Il filone steampunk parte dal concetto della comparsa di una tecnologia anacronistica nel periodo subito precedente o contemporaneo all’età vittoriana, in piena Rivoluzione Industriale; la comparsa delle macchine a vapore (in inglese steam) al tempo era stato visto come un progresso tecnologico enorme, dato l’enorme miglioramento produttivo che aveva consentito in diversi settori a partire da quello tessile.
Alcuni autori hanno preso ispirazione dai sentimenti dell’epoca per esagerare le possibilità che la nuova tecnologia avrebbe potuto offrire. Con un approccio più moderno tutto viene stravolto: computer con tastiere in ottone, orologi a ingranaggi giganteschi e intricatissimi che possono diventare da macchine del tempo. Per fare un esempio pensiamo al film Hugo Cabret, dove vediamo addirittura un automa meccanico, antenato dei droidi presenti in Star Wars e in altri capolavori della fantascienza. Anche il datato La Leggenda degli Uomini Straordinari mette in mostra vari particolari sul genere a partire dalla rappresentazione del Nautilus, sottomarino datato eppure pluriaccessoriato.
L’ispirazione letteraria dunque possiamo rivederla in Jules Verne, scrittore affascinato dal progresso del diciannovesimo secolo sino a immaginare traguardi che sappiamo poi, almeno in parte, effettivamente raggiunti. Ovviamente la tecnologia immaginata dallo scrittore era molto più rudimentale rispetto a quella che poi avrebbe consentito le meraviglie da lui ipotizzate, ma l’idea steampunk è proprio questa, anticipare il futuro.
Vedremo, perciò, tutti i nostri strumenti digitali rivisitati in stile vintage: un cellulare con tasti in rilievo e custodia in metallo, un mp3 con la tromba a grammofono, visori in cuoio decorati con finti pezzi di ingranaggi, fotocellule soppiantate da occhi meccanici. Forse, ora che tutto sembra possibile, viene nostalgia per quando ogni piccola scoperta era una pietra miliare nella strada verso l’era digitale. Il gusto del nuovo ritorna se il punto di vista è di chi poteva solo fantasticare su quella che è la realtà odierna.
Quindi via le piume e le paillettes, su le rotelle dentate e le catene di ottone. Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima?
Laureata in Biologia all’Università di Padova, mi occupo di didattica ambientale al WWF. Attualmente studio per la magistrale.