Località celebri nella letteratura: una guida per l’estate
L’estate è alle porte e la voglia di vacanze si fa sentire. Ogni anno si ripresenta il dilemma: dove andare in vacanza? E parte un brainstorming senza fine. Ho quindi pensato: e se invece delle solite guide, ci facessimo consigliare dai grandi della letteratura? Ecco a voi una lista delle località più celebrate dagli autori di tutti i tempi.
Sirmione: l’oasi di pace di Catullo
Fra le tante località celebri nel corollario del Lago di Garda, Sirmione spicca sin dai tempi dell’antica Roma. È infatti il veronese Catullo che ce ne parla per primo, nel carme 31, salutando finalmente le acque a lungo ricordate mentre era in Bitinia.
Sirmione, perla delle penisole e delle isole,
di tutte quante, sulla distesa di un lago trasparente o del mare
senza confini, offre il Nettuno delle acque dolci e delle salate,
con quale piacere, con quale gioia torno a rivederti;
a stento mi persuado d’avere lasciato la Tinia e le contrade di Bitinia,
e di poterti guardare in tutta pace.
(carme 31 parziale, Catullo)
Sirmione era ed è senz’altro bellissima, ma se ai tempi di Catullo fosse esistito Gardaland, il poeta avrebbe decantato la vista del lago dalla cima delle Magic Mountains e sarebbe stato tutto più magico.
Valrosa: un idillio in fiore
Per tutti gli amanti di Piccole Donne propongo invece un soggiorno nella località di Valrosa, un piccolo Eden di una bellezza senza tempo.
Louisa May Alcott deve aver avuto una mania per questo luogo e per le rose in particolare. Il luogo in questione è infatti tappezzato di rose, di mille tipi, grandezze e colori. Ma non solo! La descrizione di questo giardino edenico compare uguale spiccicata in un altro dei suoi romanzi, meno famoso, ossia Un lungo, fatale inseguimento d’amore, scritto sotto lo pseudonimo di A. M. Barnard.
Il giardino di Valrosa compare infatti sia in questo romanzo, sia nel secondo volume della tetralogia delle sorelle March, Piccole Donne Crescono. A prescindere dalle traduzioni delle varie edizioni, i due passi sono praticamente identici. Probabilmente anche a quel tempo gli autori usavano il copia incolla. Nonostante ciò, il giardino di Valrosa viene decantato con una poeticità che fa venire voglia di perdercisi dentro, fra grotte abitate da ninfe di pietra e laghetti tappezzati di fiori.
Zacinto: l’isola dalle sacre sponde
Zacinto (o Zante) potrebbe essere una bellissima località di villeggiatura per gli amanti delle isole del Mediterraneo.
È con placida nostalgia che Foscolo ne decanta le sacre sponde su cui si adagiava da fanciullo.
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
(A Zacinto, Ugo Foscolo)
Purtroppo però non ci è dato sapere quali siano i prezzi degli impianti balneari e le varie attrazioni, perché il poeta più che descrivere l’isola, ne decanta le acque. Acque intrise di mitologia, che videro la nascita di Afrodite e il peregrinare di Ulisse nel suo viaggio verso Itaca. Se però da questo mare emerse la dea della bellezza, possiamo sperare che le acque siano abbastanza belle da meritarci un bagno ristoratore.
Lo Yorkshire: una landa per cuori inquieti
Per i cuori inquieti e le anime scosse da passioni turbolente, le loaclità dello Yorkshire sono lo sfondo ideale. È infatti in questo scenario che è ambientato Cime Tempestose, il famoso romanzo di Emily Brontë. La scrittrice amava molto la brughiera inglese, ai suoi come una landa scossa da venti turbolenti, in cui sembrano riecheggiare le voci dei fantasmi del passato. Fantasmi che compaiono spesso nel romanzo, portando il lettore in una dimensione ultraterrena, in cui l’ambiente circostante riflette le passioni tormentate dei personaggi. È quasi sicuro che Emily Brontë si ispirò a Ponden Kirk, una rupe non molto lontana da Haworth (un villaggio in cui le sorelle Brontë vissero) per delineare le Penistone Crags, ossia quelle rocce abitate da fate che tanto ammaliano Cathy in Cime Tempestose.
Lo strapiombo della Rupe di Penistone la attirava in modo particolare, specialmente quando era illuminato dal sole al tramonto, e tutto il paesaggio intorno era in ombra. Io le spiegavo che erano soltanto una massa di nude rocce, con così poca terra nelle fenditure da non lasciar crescere neppure l’albero più stento.
(Cime Tempestose, Emily Brontë)
Non so dirvi se le brughiere dello Yorkshire siano veramente abitate da fate o fantasmi; ma come quando si è tristi si ascoltano canzoni deprimenti per immergersi nel dolore, può essere che una passeggiata in una terra battuta dal vento sia una buona cassa di risonanza per le turbolenze che scuotono un cuore tormentato.
Narni(a): dalla terra di Aslan ai boschi umbri
Se nessuno di voi è provvisto di anelli magici o di un armadio che faccia da portale per giungere a Narnia, non vi preoccupate, c’è una soluzione! C.S.Lewis infatti, per la creazione delle famose Cronache prese ispirazione da una località della nostra penisola. Guardando una carta geografica dell’Italia, fu colpito dal nome Narnia, il nome latino di Narni, una cittadina dell’Umbria, e visto che gli suonava bene, decise di usarlo per designare la terra delle sue fantastiche avventure. Che fosse solo per ragioni eufoniche o meno, la terra di Narnia viene ciononostante dipinta come un luogo ameno e rigoglioso, tappezzato di boschi, fiori e rigato da ruscelli: un paesaggio molto simile a quello della cittadina umbra, screziata dal verde delle fronde che si sciolgono sugli specchi d’acqua sottostanti.
Se quindi andare a Narnia è un po’ complesso, una gita a Narni potrebbe essere assolutamente una valida alternativa!