La Luna torna in auge: pronti a colonizzarla
«Ci incontreremo sul lato oscuro della Luna!»,
cantavano i Pink Floyd nel brano Brain Damage.
Chissà, a breve non sarà più solo una fantasia?
Nella gara spaziale tra Stati Uniti e Urss, in piena guerra fredda, furono gli americani ad avere la meglio. Ora la Russia è tornata a sfidare l’America, pianificando di tornare sulla Luna, ma con uno scopo senza precedenti: colonizzarla. L’idea di occupare altri pianeti del Sistema Solare è un tema ricorrente della fantascienza: la Luna risulterebbe ideale per una colonia umana nello spazio per via della sua vicinanza alla Terra. Il 20 Luglio 1969 fu Neil Armstrong, comandante della missione statunitense Apollo 11, il primo uomo a camminare sulla superficie lunare. «Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità», con questa frase l’astronauta tornò sulla Terra. Eugene Cernan, suo collega della missione statunitense Apollo 17, fu il dodicesimo e ultimo uomo a mettere piede sulla Luna il 14 Dicembre 1972.
Dopo oltre 40 anni, sembrerebbe che il nostro satellite naturale sia tornato ad attrarre gli interessi di molti grazie a numerose scoperte. Se fino a pochi anni fa si pensava che la Luna fosse completamente asciutta, recenti studi hanno dimostrato che ci sono tracce di acqua nelle rocce, la cui composizione chimica varia in base ai tipi di roccia in cui essa è contenuta. L’obiettivo della sfida lanciata da Putin a Obama è proprio quello di constatare che l’acqua presente sulla Luna possa essere sfruttata per missioni umane e per viaggi interplanetari con postazioni di lancio lunari. Il progetto nasce dalla cooperazione tra l’Esa (Agenzia spaziale europea) e la Roscosmos (Agenzia spaziale russa). L’intenzione è far partire, entro 5 anni, una serie di missioni per verificare che ci siano le condizioni tali da creare un insediamento umano e soltanto nel caso di circostanze favorevoli, si potrà procedere alla «colonizzazione» della Luna.
La prima missione verrà chiamata Luna 27 e avrà una finalità ben precisa: esplorare il bacino Polo Sud-Aiteken, posto sul lato oscuro del satellite. Sembra che, rispetto alla faccia ben visibile della Luna, tale bacino abbia una diversa composizione chimica ed inoltre, essendo tra i luoghi più freddi del Sistema Solare, potrebbe ospitare acqua gelata ed altri elementi chimici. Se questi esperimenti avranno esito positivo, ci potranno essere delle importanti rivelazioni sull’origine della vita nel nostro satellite.
Nei confronti dei viaggi spaziali, l’opinione pubblica ha sempre mostrato pareri contrastanti. Sono in molti a considerarli come necessità secondarie, domandandosi come ci si possa interessare di questioni extraterrestri, se tuttora si è incapaci di risolvere numerose problematiche sulla Terra. Altrettanti, affascinati dall’enigmatica Luna, che viene a trovarci ogni notte ormai da miliardi di anni, la avvertono come un’irresistibile tentazione. Il fatto di vederla in cielo relativamente vicina senza poterla raggiungere mette da sempre l’uomo in una condizione di sudditanza rispetto alla natura. Ma è nella natura umana il desiderio di andare oltre, di superare gli ostacoli e, dato che l’obiettivo di raggiungerla è stato raggiunto, ora si cerca di andare sulla Luna per restarci.
Valeria Mancini
«Il viaggio verso la Luna è nel destino dell’uomo».
Margaret Mead, antropologa
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Ma cosa vuol dire questo articolo? Non capisco dove sia la tesi e dove le prove per corroborarla. Capisco che sia l’esordio della Mancini però… un po’ di serietà!