Maastricht: è lei la regina del Carnevale olandese
Quando un italiano pensa al Carnevale, subito pensa a Venezia, per forza dell’abitudine o, semplicemente, perché non conosce le tradizioni estere. Ad esempio, in Olanda, il Carnevale è forse la festività più sentita dell’anno. È necessario, però, sottolineare che i festeggiamenti coinvolgono solo il sud del Paese, cioè le regioni cattoliche (soprattutto il Brabante e il Limburgo), e non il nord (protestante). Breda, Eindhoven e altre cittadine minori si trasformano nel periodo antecedente la Quaresima, ospitando parate, musica e danze, ma è Maastricht la vera città simbolo del Carnevale olandese.
Maastricht, conosciuta dai più per il Trattato del 1992, è il capoluogo del Limburgo. Si trova al confine con il Belgio da un lato e la Germania dall’altro; pertanto la sua architettura risente di questa duplice influenza. Tuttavia, le sue origini sono romane e gode di uno splendido centro medievale, sviluppato attorno ai piedi del Sint Pietersberg.
Il lunghissimo carnevale di Maastricht inizia l’11 novembre, data in cui viene eletto il «Principe del Carnevale», che nello stesso giorno incontra il «Consiglio degli Undici» (Raad Van Elf), preposto all’organizzazione degli eventi. Il numero 11 non è casuale: per gli olandesi è legato agli sciocchi. I veri festeggiamenti, però, iniziano la domenica di Carnevale e terminano alla mezzanotte del Martedì Grasso. Le strade di Maastricht per tre giorni si riempiono di gente- la maggior parte olandesi e qualche turista- vestita in maschera (pekskes). Le case e le vie della città sono addobbate con i colori tipici del Carnevale olandese: giallo, rosso e verde sgargianti. Molti indossano dei calzini, dei guanti o una sciarpa che li richiamino. La domenica il Principe arriva alla Stazione Centrale e una parata lo segue fino al municipio, dove si svolge la cerimonia d’inaugurazione dei festeggiamenti: vengono sparati undici colpi di cannone dalla piazza. Solo allora il Principe può salire su un carro: deve impugnare un bastone e, bevendo birra, gridare «Alaaf» (cioè undici). La festa continua senza sosta fino alla mezzanotte del Martedì Grasso, quando il Principe è tenuto a salutare tutti e a riconsegnare le chiavi della città. A quel punto egli torna alla stazione con i consiglieri, mentre i simboli del Carnevale vengono tradizionalmente gettati nella Mosa (il fiume che attraversa Maastricht), bruciati o sotterrati, quasi a voler «nascondere» i bagordi precedenti la Quaresima. Il giorno successivo, il Mercoledì delle Ceneri, inoltre, gli olandesi sono soliti mangiare la heering biete, cioè aringhe salate e pane, per redimersi dai giorni di follia appena trascorsi.
L’aringa, comunque, non è l’unico piatto tipico della zona, nonostante sia molto apprezzato dai locali. Se a Venezia la fanno da padrone le frittelle ripiene di crema e zabaione, qui regnano le torte di frutta (Limburgsevlaaien) e i waffles (di origine belga). Degni di nota sono anche i formaggi, le zuppe e la biefstuk (bistecca di manzo). Provare per credere!
Laureata in Economia dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, frequento la magistrale in Marketing e Mercati Globali all’Università di Milano-Bicocca. Innamorata della cultura, nel mio piccolo cerco di diffonderla il più possibile.