Macron vs Le Pen: il punto prima del ballottaggio francese
Domenica scorsa si è votato in Francia per il primo turno delle consultazioni che porteranno alla elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Il primo dato interessante è sicuramente quello relativo all’affluenza, attestatasi attorno all’80%, a sottolineare che l’effetto terrore, scatenato dall’attentato e dalla conseguente morte di un poliziotto a Parigi, non ha intaccato la volontà di partecipazione dei cittadini. Il secondo avvenimento degno di nota è come i partiti tradizionali si siano dimostrati deboli, una tendenza sempre più comune in Occidente.
Ad andare al ballottaggio il prossimo 7 maggio saranno, infatti, Emmanuel Macron, con il 23,75%, e Marine Le Pen, con il 21,53%, come previsto, tra l’altro, dalla maggior parte dei sondaggi. Il primo, senza un vero partito alle spalle, è andato a riempire il vuoto politico lasciato al centro dalla destra gollista e dalla sinistra socialista, mentre la seconda si è fatta forza del sentimento anti Ue sempre più forte in tutto il continente.
L’errore più grande dei partiti tradizionali è stato probabilmente proprio quello di inseguire ciecamente le loro controparti più estremiste. Da questo punto di vista, il socialista Hammon, successore dell’attuale presidente Hollande, ha raggiunto un misero 6%, contro il 19,64% della sua nemesi comunista Melenchon, mentre il repubblicano Fillon si è fermata al 19,91%.
Tornando a quelli che saranno i due candidati al secondo turno, Macron ha ottenuto grandi consensi nelle fasce più dinamiche della popolazione francese, vincendo in tutti i 10 dipartimenti con il maggior numero di laureati. D’altro canto, Marine Le Pen è più forte nelle aree più rurali e con un basso tasso di occupazione, dove le sue visioni nazionalistiche possono attecchire più facilmente. Il rapporto con l’Unione Europea è sicuramente stato un altro importante fattore nel successo della Le Pen, che ora promette un referendum sull’uscita dall’Ue in caso di vittoria.
Tutti i candidati perdenti da questo primo turno, eccetto Melenchon che non si è espresso, e il presidente della commissione europea Juncker hanno dichiarato il loro appoggio al candidato più moderato, soprattutto in un’ottica anti-Le Pen. L’affluenza al secondo turno giocherà un ruolo fondamentale e per Macron, attualmente favorito, sarà fondamentale riuscire a convincere la fascia moderata ad andare alle urne, anche sfruttando la paura suscitata dal nazionalismo proposto dal Front National.