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Magari tutta la vita
Alessandro Ricci
Phasar Edizioni – 2015 – 10 euro
Magari tutta la vita è il romanzo di esordio di Alessandro Ricci, classe 1988. La copertina è molto simile a quella utilizzata da Moccia in uno dei suoi romanzi, quindi non si fa neanche tanta fatica a immaginare che il disegno (un’ancora con il mare, degli uccelli e dei monumenti, non ben comprensibili, che forse stanno a rappresentare le città che il protagonista ha visitato) sarà il tatuaggio che Alessandro si farà assieme a una delle protagoniste delle sue storie d’amore. Il lessico è un misto tra le frasi banali rivisitate di Fabio Volo e le citazioni improponibili sull’amore di Massimo Bisotti. «Quella notte dopo una canna le ho mandato un lunghissimo messaggio dove le davo ragione, dovevo smetterla di essere precipitoso… Le parlavo come un bambino davanti al giocattolo atteso, mieloso come neanche pensavo di poter essere ancora… Nonostante i sogni infranti, gli amori traditi e le gambe spezzate avevo trovato la forza di togliere il fiocco e aprire il pacco dono… Quella notte dopo il lavoro siamo andati a fare alba nel nostro solito posto in spiaggia, poi nel letto abbracciati bevendo latte e Nesquik…». La vicenda si svolge nella Roma tanto amata da Federico Moccia, dove le storie d’amore burrascose con un tragico finale sono all’ordine del giorno anche per il protagonista. Tutto sommato una lettura scorrevole, leggera e banale che narra la vita di un ragazzo di strada, passando per la sua infanzia difficile, dovuta al suicidio della madre, all’adolescenza burrascosa per il rapporto conflittuale col padre e il primo amore che lo salva dal disastro emotivo e familiare di cui soffre costantemente, fino alla decisione di «rivoluzionare» la sua vita, partendo per fare la stagione come barman in Sardegna. Il libro riflette una parte della società attuale, fatta di bisogni materialistici e di sfogo alle sofferenze: un esempio è la vita del ragazzo che ruota attorno a una dimensione sempre superficiale, alle canne che per qualche oretta lo liberano dalle sofferenze, alle serate in discoteca e a continue storie d’amore su cui Alessandro fonda quasi la sua vita. L’unica nota positiva di questo libro è che alla fine il ragazzo, nonostante tutto il suo vissuto che lui reputa talmente difficoltoso e che avrebbe potuto «fermare la corsa» di chiunque (a mio avviso esagerato e chi leggerà il libro potrà accorgersi che ci sono problemi molto più gravi che potrebbero mettere in ginocchio la vita di una persona), riesce a smettere di sentirsi sbagliato e a quasi trovare la sua serenità.