Marchionne, manager globalizzato

Una crisi, di qualsiasi tipo, porta con sé sia rammarico sia critiche. Da qualche giorno è sopraggiunta la notizia delle condizioni di salute di Sergio Marchionne, Ceo di FCA, che ha suscitato sgomento in tutta Italia.
Marchionne, nato il 17 giugno 1952, ha conseguito la laurea in filosofia all’Università di Toronto, ma ha continuato gli studi in Canada, alla York University, ottenendo un Master in business administation. Marchionne ha forgiato la propria esperienza in Canada, e ha raggiunto il primo riconoscimento subentrando come Amministratore Delegato dell’azienda svizzera di ispezione mondiale SGS, prima di iniziare la propria avventura nella Fiat all’alba del 2003.

Tuttavia Marchionne è maggiormente conosciuto per l’acquisizione di Chrysler: infatti nel 2009, dopo la crisi finanziaria che imperversava nel mondo in quel momento, il Ceo matura l’idea di elevare la Fiat a livello mondiale tentando di acquistare altri importanti gruppi automobilistici.
Nell’aprile dello stesso anno, Marchionne diventa famoso per essere riuscito ad acquisire il 20% delle azioni Chrysler completando un’ardua battaglia con gli Stati Uniti, offrendo però in cambio le preziose conoscenze torinesi in campo automobilistico.
Questa manovra ha destato sia molti complimenti per aver salvato la Fiat e averla portata ad essere, assieme alla Chrysler, il sesto gruppo al mondo, sia molte critiche, una tra tante, quella del vice presidente della commissione europea  Günter Verheugen, secondo il quale questa manovra era impossibile, per colpa anche dell’alto indebitamento di Fiat.

Secondo quanto rivelato da Freanzo Grande Stevens, il manager è stato aggredito da una malattia che ha attaccato i polmoni, e che probabilmente è da imputare al vizio del fumo. Ora Marchionne è ricoverato, nella clinica universitaria di Zurigo, in terapia intensiva e in condizioni, a quanto sembra emergere, stabili ma irreversibili.
Dopo l’accaduto grandi cambiamenti hanno condizionato l’azienda: il posto del manager italiano è stato ceduto all’inglese Mike Manley, che ha anche assunto la carica di responsabile dell’Emea, a causa delle dimissioni del manager tarantino Alfredo Altavilla.

Questi cambiamenti hanno comportato numerose variazioni, anche in Borsa, dove tutti i titoli del gruppo hanno chiuso in rosso, a partire da FCA che ha concluso con -1.7%, e con Ferrari che ha segnato un valore di -4.88%, testimoniando l’estraneità dei mercati agli ultimi fatti.
Ora non resta che osservare il susseguirsi degli ultimi eventi, sperando che il destino della FCA non si fermi con Marchionne, ma che prosperi per il bene anche dell’Italia.