Marocco: la repressione che non fa notizia
Il Marocco è noto nei nostri immaginari come una terra di vacanze e viaggi alla scoperta di quel tanto desiderato «segreto orientale», ma dietro a questa facciata turistica e a questo velo di mistero tanto affascinante si nasconde qualcosa di molto più duro e degradante.
La Carta costituzionale approvata nel luglio 2011 sembrava promettere un riequilibrio dei poteri e più rispetto dei diritti del cittadino, ma dopo un anno, in Marocco si consumava già, e si consuma, una preoccupante repressione della libertà di espressione e una criminalizzazione del dissenso, di fronte al silenzio e all’indifferenza della comunità internazionale.
A un incontro formativo presentato da Amnesty International riguardo al tema dei diritti umani nel Mediterraneo, si spiega la forte oppressione che colpisce il Marocco «Non sentiamo quasi mai parlare del Marocco come paese in difficoltà e che non tutela i diritti umani, ma non è che siccome non se ne parla, allora va tutto bene. L’innesco delle proteste delle Primavere Arabe aveva allarmato la monarchia di tipo assolutista, quindi il sovrano, che a molti osservatori occidentali appariva come un sovrano “illuminato”, aveva iniziato le tappe dell’apertura verso la democrazia per controllare quelle proteste. Questo però non toglie che la repressione di qualsiasi tipo di dissenso continua, permane l’uso della pena capitale, le torture in carcere sono la prassi, quindi la situazione non è tale come l’apparenza la rappresenta e la tanto ostentata democrazia è solo un velo di fronte a tali trattamenti».
Cinzia, la relatrice, dopo aver dato una panoramica generale continua il suo intervento entrando nello specifico: «Una rivista ha condotto un sondaggio verso un pubblico accuratamente selezionato riguardo al gradimento o meno nei confronti dell’operato del sovrano. Il risultato era largamente lusinghiero nei confronti del sovrano e lo stesso risultato fu pubblicato sulla rivista, ma la rivista e i giornalisti sono stati perseguiti e duramente sanzionati perché per legge non è possibile chiedere o esprimere qualunque parere sulla monarchia e sul sovrano, anche se il parere fosse positivo, come in questo caso. Altra cosa non nota nei confronti del Marocco è che questo occupa per i due terzi il paese a lui sottostante, il territorio del Sahara Occidentale, rivendicando la sua sovranità sul territorio, ancora una volta nel silenzio dell’intera comunità internazionale. In questo paese il potere marocchino ha costruito un muro, lungo circa 1700 chilometri, che taglia in due il territorio, obbligando la popolazione a vivere separata e in una costante situazione di guerriglia. Da molti anni le Nazioni Unite si occupano di questa causa, ma da qualche anno si verifica nel territorio una situazione di stallo, in quanto il Marocco non intende rinunciare all’occupazione, che si traduce, appunto, in una forte repressione nei confronti della popolazione locale, discriminata sotto un’enorme quantità di aspetti».
Un intervento breve, ma molto costruttivo quello di Cinzia sul Marocco, che ci fa capire che anche se non si sente parlare di un Paese e della sua relativa situazione politica e civile, resta necessario informarsi, per non fare parte di quello strato di popolazione media che «non vede, non sente e non parla».
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Anna Toniolo
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