Note a margine su Mattarella, dodicesimo inquilino del Quirinale
Renzi ha vinto. Sergio Mattarella, con 665 voti a suo favore (oltre il 65%), è il dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Ci auguravamo un nome diverso, magari meno attaccato alle dinamiche di palazzo, però con una mossa molto furba Renzi è riuscito a spuntarla, mettendo all’angolo Forza Italia, Ncd e Movimento 5 Stelle. Adesso non ci resta molto da fare se non augurarci che il neopresidente faccia tutte le cose che Napolitano non ha fatto, parli di tutte le cose che Napolitano ha taciuto. Che sia un presidente migliore del suo predecessore, insomma. Vogliamo dargli fiducia, salvo poi bastonarlo nel caso in cui se lo meritasse. È il nostro lavoro.
Breve menzione merita la machiavellica strategia a cinque stelle: prima le Quirinarie, poi l’ostinato voto a Imposimato ed infine la prevedibile sconfitta. L’etica e la coerenza sono virtù lodabili, ma la strategia politica ancora non alberga fra i pentastellati. Speriamo per loro che il patto del Nazareno crolli a causa di Mattarella, in caso contrario il non-voto a Prodi (sebbene fosse il secondo nome proposto dagli iscritti al blog) sarebbe uno spaventoso sbaglio. Ci spieghiamo meglio: votando il Professore, il M5S avrebbe potuto mettere nelle mani di Renzi una «proposta che non poteva rifiutare»: vallo tu a spiegare ai militanti Pd se scegli di non votare Prodi. Il patto sarebbe di lì a poco crollato e i 5 Stelle avrebbero vinto.
Le nostre sono solo congetture, si sa: per ora auguriamoci che Mattarella non faccia troppo parlare di sé: vorrebbe dire lavorare bene.
Tito G. Borsa
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia