Max, Max, ti prego ascoltami!
Siamo tutti d’accordo che le leggi vanno rispettate, se esistono (e si presuppone che qualcuno ci abbia anche perso del tempo scrivendole) ci sarà un motivo. Questo editoriale non vuole parlare di quanto sia necessario in una società avere delle regole e, soprattutto, rispettarle: vorremmo provare a far capire come l’applicazione cieca e netta di queste regole, con la conseguente applicazione cieca e netta delle sanzioni, possa causare dei problemi non da poco. Come in ogni articolo di commento che si rispetti, ce lo insegnano al liceo, anche questo muove da una notizia: l’intervento della polizia padovana per sgomberare l’ex foro boario da 13 senzatetto (fra cui una ragazzina di 14 anni) e la proposta di quel volpone del sindaco Max Bitonci di istituire un fondo per pagare il viaggio a tutti gli immigrati che vogliano tornare a casa. Blitz lodevole quello delle forze dell’ordine: chi vorrebbe una città in cui ogni edificio abbandonato è alloggio di persone che una casa non ce l’hanno? Quello che ci permettiamo di dire è che in questo modo non si risolve alcun problema, prova di questo sono i 13 suddetti immigrati che sono presto tornati ad occupare l’ex foro boario. Mister simpatia Bitonci crede davvero di percorrere la strada giusta in questo modo? Sono mesi che noi de La Voce che Stecca gli stiamo consigliando caldamente di cedere a qualche compromesso, senza necessariamente abiurare il proprio credo, se vuole amministrare serenamente Padova nei prossimi anni. Motivo in più per abbandonare questa «linea dura» è la sua indubbia inutilità: sono passati sei mesi dall’insediamento di Max a Palazzo Moroni e ancora le strade pullulano di accattoni e di venditori abusivi, il sindaco però, abitando a Cittadella, non se ne può rendere conto. Tornando al casus belli, non è che forse l’amministrazione padovana dovrebbe anche dare un’alternativa a queste persone? Non lasciare dei poveracci a morire di freddo non è di sinistra, è semplicemente umano. La genialata di pagare non con i soldi pubblici ma con quelli di Bitonci stesso il rimpatrio degli immigrati è semplicemente una follia: secondo voi quelle persone sono venute nel nostro paese, dove non avevano niente, in vacanza? Un viaggio di piacere con le loro famiglie? Se vedono che in Italia non gira come dovrebbe, il loro desiderio sarà quello di provare un altro paese (magari messo meglio del nostro anche dal punto di vista dell’uguaglianza). Perché allora Bitonci non paga loro il viaggio anche se la destinazione è, per esempio, Copenaghen, Berlino o Londra? Concludo con una breve citazione: «Non vi pare ci sia un certo abuso della parola “razzista”? Se non sei d’accordo sull’apertura di nuove moschee nella tua città sei “razzista”. Se dici che ci vuole reciprocità allora sei “razzista”. Se qualcuno si lamenta per i medici donna e tu rispondi che allora vadano a casa loro sei ancora “razzista”!». Così disse Bitonci e ha ragione: non è razzismo, è cecità politica.
Tito G. Borsa
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia