La poesia «misantropa» di Bacovia
Gaudeamus
George Bacovia
DiFelice edizioni – 2015 – 10 euro
A quasi sessant’anni dalla morte del poeta romeno, DiFelice raccoglie parte delle poesie pubblicate fra il 1916 e il 1957, con l’aggiunta di alcuni componimenti postumi, sotto la guida di Geo Vasile. Pressoché sconosciuto nel nostro paese, Bacovia scrive una sorta di testamento ed epitaffio dell’avvenire: la realtà dei sogni e della speranza crolla nel nome della vita. Heidegger, Trakl e Benn echeggiano nei versi del poeta romeno che con essi condivide filosofia e visione artistica, almeno in parte. Il testo originale a fronte permette, anche a chi non parla la lingua di Bacovia, di ascoltare il suono dei suoi versi, che inevitabilmente con la pur ottima traduzione finisce per perdersi. «Sempre più muto e solo/nell’ermo crocevia/e sempre più mi opprime/fatal misantropia», racconta l’Autore in Ego. La solitudine del poeta romeno è solamente sua, come la responsabilità di questo allontanamento dagli altri. E questo porta a una lirica intimistica che si dischiude nella visione dell’infinito.
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