Il «mistero» di Saffo ricorre nella Storia
Saffo. Riscritture e interpretazioni dal XVI al XX secolo
A cura di Adriana Chemello
il Poligrafo – 2015 – 25 euro
Di Saffo, la leggendaria poetessa greca dell’isola di Lesbo vissuta a cavallo fra settimo e sesto secolo a.C., si sa davvero poco di certo; ma questo non ha impedito a tantissimi altri autori di farla diventare personaggio, di farle incarnare le loro ispirazioni ideali o le esigenze morali di un’epoca. Adriana Chemello, docente al Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, cerca in questo volume di fare il punto della situazione, per quanto questa impresa risulti ardua. Gli atti del convegno «La fortuna di Saffo fra storia e leggenda dal XVI al XX secolo», tenutosi nel capoluogo veneto nell’aprile 2012, studiano alcune delle molteplici declinazioni della Saffo-personaggio nella letteratura. «È diventata fin dall’antichità l’emblema della donna che scrive grazie alle narrazioni ovidiane e tuttavia sono scarse e frammentarie le tracce sopravvissute della sua scrittura, tramandate spesso attraverso testi altrui, quindi seconda o terza mano», scrive la curatrice in apertura al volume. Probabilmente è stato proprio questo alone di mistero, insieme all’unicum della donna-poeta nell’antichità, a scatenare un interesse nei confronti di Saffo, comunemente identificata come la donna omosessuale per antonomasia (tanto da far derivare sia il termine «lesbica» sia quello «saffico»), quando nella sua lirica l’amore è visto soprattutto come desiderio e il rapporto che aveva con le fanciulle nella riunione del tiaso sembra essere analogo alla pederastia maschile, tradizionalmente presente nell’ambiente greco. A parte il saggio di Huguette Krief che non è accessibile ai non francofoni, tutti gli altri si contraddistinguono per uno stile semplice e chiaro anche per i profani. L’approfondimento sulle interpretazioni di Saffo spazia dai busti di Canova (di Chiara Marin) alla riscrittura di Madame de Staël (di Luisa Ricaldone), da Pavese alla Yourcenar (di Alessandra Cenni). Particolare menzione merita l’intervento di Antonio Rostagno, studioso di melodramma dell’Ottocento e del primo Novecento, che riguarda il rapporto della poetessa di Lesbo con la musica: Gaetano Donizetti è uno dei tantissimi compositori ad averle dedicato un’opera. La questione dell’amore è affrontata magistralmente da Davide Susanetti, docente di Letteratura greca all’ateneo patavino e esperto di gender studies: «La Saffo storica, nella celebre ode ad Afrodite, sembrava formulare una legge della giusta reciprocità amorosa, che anticiperebbe il principio di “l’amor che a nullo amato amar perdona”. La “Saffo” personaggio diviene, per contro, il prototipo – tragico o comico – della donna non amata e dell’eroina suicida».
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