Movimenti gatekeeping: le sardine
Le sardine sono un movimento nato a Bologna, storicamente roccaforte della sinistra, dall’idea di un giovane studente di 32 anni, Mattia Santori, e dai suoi amici, che non volevano che la loro città cadesse in mano leghista dopo tanti anni di centrosinistra. Il movimento sarebbe riuscito, dai tre amici iniziali che ne facevano parte, a raggiungere in poco tempo il considerevole numero di 15000 manifestanti, numeri che sarebbero notevoli per un movimento completamente spontaneo, ma è chiaro che una persona accorta avrebbe seri dubbi sulla spontaneità di questo movimento.
Verrebbe da chiedersi, come mai manifestazioni come quella di Roma, in ricordo dei 700 bambini greci uccisi dall’austerity imposta alla Grecia, dall’Unione europea, oppure quella promossa da Mohamed Konaré, leader del movimento Panafricanista, sempre a Roma, contro il Franco CFA e il neocolonialismo francese siano state completamente passate inosservate. Su che basi si decide che certe manifestazioni devono avere visibilità e altre no? Sembra più evidente che il potere dia voce alle manifestazioni che gli permettono di mantenere il consenso e allo stesso oscuri quelle che potrebbero minare alla sua conservazione.
Malgrado l’obiettivo dichiarato, cioè quello di fermare l’avanzata della Lega di Salvini, è evidente che questo movimento provochi l’esatto opposto, oltre al fatto che sia completamente inutile questa contrapposizione con la Lega, essendo entrambi movimenti che condividono in pieno l’ideologia liberale. È chiaro che una falsa opposizione è sempre utile per controllare il dissenso: partiti che si dividono sulle questioni cosmetiche, ma che sono fondamentalmente d’accordo sulle politiche economiche da adottare è sempre una strategia vincente, per movimenti e partiti liberali.
Poi è curioso che movimenti come questi nascano proprio quando si debbano prendere decisioni su questioni rilevanti per tutto il Paese, come il Mes, per esempio. Infatti, viene sempre il dubbio che siano gli ennesimi movimenti gatekeeping, volti a distrarre la popolazione su questioni superflue e di poca importanza.
Lo schema è sempre lo stesso, è successo un po’ di tempo fa con Greta Thunberg, ora accade la stessa cosa con le sardine. Si introducono movimenti che portano avanti problemi di scarsa importanza, distogliendo l’attenzione dalle vere cause del malessere della popolazione. L’incapacità dei membri di questo movimento di formulare un pensiero su qualunque questione preminente del Paese porta a supporre che questo sia il solito contenitore di disattivazione del dissenso. Il massimo che riescono a formulare sono le solite ricette liberiste che la classe dominante è riuscita ormai a infondere in buona parte della popolazione. È interessante che proprio Santori ci dica che non sa nulla del MES e che questioni di questo tipo bisogna che vengano lasciate agli esperti affinché se ne occupino. Quindi il popolo non deve determinare e forgiare il proprio destino, deve basarsi sul parere di esperti economisti, che si suppone debbano fare l’interesse del popolo, anzi no, l’interesse generale della nazione, che coincide sempre con quello della classe dominante. Questo è tipico dell’atteggiamento e di conseguenza antidemocratico dell’ideologia liberale.
Codesto modo di intendere la politica ci fa tornare indietro di almeno trecento anni, dove la politica era un’esclusiva delle classi dominanti e ormai non deve più sorprendere sentire alcuni politici oggi parlare di levare il diritto di voto ad una parte della popolazione.
Le sardine, inoltre, si dichiarano anti-sovraniste, se sono in buona fede, si suppone che non sappiano che la loro posizione è giuridicamente eversiva, perché il termine sovranista significa essere a favore del ricollocamento della Costituzione Italia del 1948, al vertice dell’ordinamento giuridico. Tutto ciò comporta che siano a favore del libero mercato, della competizione e della deflazione salariale. A meno che tutto questo sia conveniente per loro, quindi facciano parte delle classi che da tutto ciò traggono vantaggio, è evidente di come non siano in grado di comprendere le implicazioni che l’accettazione di questo modello economico e sociale comporti. Tra qualche mese questo movimento sparirà e probabilmente altri movimenti prenderanno il suo posto per distogliere l’attenzione dagli argomenti di vitale importanza del Paese.