Bioetica: la nascita nell’era della tecnologia
La nascita. Una questione bioetica
Isotta Burlin
Cleup – 2016 – 15 euro
Si può dire, senza fare l’errore di dare un giudizio affrettato sul tema, che la maternità sia un concetto oggi molto più complicato rispetto al passato: dalla madre qualificata come colei che portava in grembo il figlio, si è passati alle tecniche di procreazione medicalmente assistita e quindi a madri biologiche, uterine, surrogate e così via. Questa «complicazione» del concetto è alla base del discorso di Isotta Burlin, dottore di ricerca in bioetica, discorso che estenderà la riflessione dall’essere madri all’essere umani. La concezione di essere umano, si domanda l’Autrice, dipende in qualche maniera al modo in cui veniamo al mondo? Se, come è prevedibile, in futuro avremo a disposizione strumenti ancora più efficaci (e ancor più invasivi) per modificare ciò che ritenevamo immutabile per natura, non c’è forse il rischio che questi strumenti possano mettere a repentaglio idee che per millenni abbiamo dato per scontate, primi fra tutti i concetti di «madre» e di «nascita»? Premettendo che, come va di moda dire oggi anche in politica, nuovo non significa peggiore, anche in un’ottica positivista come questa è indubbio che prima o poi dovremo affrontare questo cambiamento di mentalità, che poi è un mutamento della realtà della vita. La tecnoscienza, spiega la Burlin, attacca l’essere umano quando a esso viene applicata, e la bioetica è la medicina per non perdersi in un potenziale caos cosmico ed esistenziale. Questa disciplina, branca della filosofia, impone delle domande: 1. «È giusto lasciare la ricerca totalmente nelle mani degli scienziati, e smettere di cercare di controllarla, dato che il progresso scientifico è inarrestabile?»; 2. «È giusto limitare il più possibile la ricerca, concentrandola solo sugli obiettivi leciti?». E, aggiungiamo noi, chi deve e può avere la facoltà di distinguere fra obiettivi «leciti» e obiettivi «illeciti»? Questo volume non dà risposte, ma – e questo è un pregio – induce il lettore a farsi delle domande per affrontare il futuro in maniera più consapevole, senza lasciarsi trasportare senza meta dalle onde della scienza e della tecnologia che, se non si è preparati, possono farci sbattere sugli scogli delle nostre idee più ataviche.
Articoli non firmati o scritti da persone esterne al blog