Nazifascismo: diario di un deportato genovese
In fondo al cuore un solo desiderio
Francesco Rovida
Il melangolo – 2014 – 22 euro
Francesco Rovida (1905-1986) non aveva neanche quarant’anni quando, il 16 giugno 1944, la Siac (di cui era vicesegretario generale) e altre fabbriche del genovese furono colpite da una delle più grandi deportazioni di massa mai avvenute in Italia. Trasportato a Mathausen, è stato poi trasferito nel campo di lavoro di Kapfenberg. In fondo al cuore un solo desiderio raccoglie i diari tenuti tra il giorno della deportazione e il ritorno a casa, avvenuto nel maggio del 1945. Si tratta di un documento straordinario che ci permette di capire da una parte i sentimenti di un essere umano davanti al disumano, dall’altra la quotidianità, se così si può chiamare, dei campi di lavoro nazisti. Rovida è riuscito a raccogliere le sue note quotidiane utilizzando la stenografia Gabelsberger-Noe, di cui dal 1923 era docente; sulla stenografia farà accenni più approfonditi Giovanni Battista Boccardo, nipote dell’autore, nella prefazione. Pubblicato due anni fa in occasione del settantesimo anniversario della deportazione di Rovida, In fondo al cuore un solo desiderio rimane una testimonianza viva e utile per comprendere una parentesi storica che è impossibile da spiegare senza far affidamento sulle fonti, vista la sua disumanità.
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