No, il Covid-19 non si trasmette tramite gli oggetti
Una delle preoccupazioni più grandi che sopravvive vigente ogni giorno è quella legata al virus che sta mettendo in all’erta l’intero mondo. Questa difficoltà è sia affrontata con una serietà estrema da parte degli addetti ai lavori, sia è vittima però di innumerevoli bufale e imprecisioni anche da parte degli addetti ai lavori.
Tempo fa si era diffusa la notizia che riguardava la lunga permanenza del coronavirus sulle superfici. Tale studio portava bandiera americana e affermava che il virus fosse in grado di sopravvivere per un giorno sul cartone e per ben tre giorni sull’acciaio.
Gli ultimi dati diffusi dalla Germania sembrerebbero confutare la tesi proveniente da oltreoceano. Infatti, secondo uno studio conseguito a Heinsberg, ove si sono verificati 1400 positivi e 46 morti, il contagio non si diffonde tramite gli oggetti, ma solo se veicolato dalle persone.
Dunque da ciò che è emerso non vi è pericolo di rimanere contagiati dai prodotti esposti al supermercato, ma si deve invece porre attenzione alla distanza che intercorre tra gli individui, giacché, a quanto sembra, il patogeno sembra trovare diffusione tra persone che si posizionano vicine tra loro.
Questa tesi trova conferma da parte del direttore dell’istituto di virologia Hendrick Streeck, secondo il quale: «Non ci sono significativi rischi di essere contagiati andando a fare la spesa. L’epidemia si diffonde quando le persone si trovano a distanza ravvicinata per un periodo di tempo abbastanza lungo».
Tuttavia, vi è una bella notizia che porta il tag dell’Italia, più precisamente di Oderzo. Infatti, il laboratorio di Lifeanalytics ha sviluppato un processo per rilevare la presenza del virus sulle superfici.
Tale test, se efficace, potrebbe contribuire a delineare la qualità del risanamento delle superfici e potrebbe fornire informazioni più precise sulla effettiva durata della permanenza del Covid-19 sulle superfici.
Il test è basato sulla reazione a catena della polimerasi, un enzima associato alla polimerizzazione di DNA e RNA, con l’estrazione di acido ribonucleico, ovvero la molecola che decodifica e regola l’espressione dei geni. Ovviamente il test segue le linee guida diffuse dall’OMS e può essere applicato su attrezzature, maniglie e persino sui giocattoli. L’analisi effettiva della superficie identificata viene svolta presso il laboratorio di Oderzo e presenta uno standard di 100 analisi al giorno.
Dunque, anche in una situazione difficile come quella corrente, la scienza rimane sempre una speranza e il futuro sarà delineato da tutti gli sforzi che saranno messi in atto per fronteggiare questa emergenza.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.