Non vogliamo sapere chi è Elena Ferrante

Quando, una mattina di qualche giorno fa, ho sentito la notizia che Anita Raja aveva ammesso di essere la persona che si cela dietro il nom de plume di Elena Ferrante, ho sentito qualcosa di simile a una profonda tristezza. La magia di quei romanzi dietro ai quali non c’era nessun volto, nessuna vita a cui collegarli, storie che sembravano nate da sole, dal nulla, era a un tratto svanita.

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Per fortuna, come si è scoperto qualche ora dopo, il profilo della presunta Raja era un fake, e ho potuto ritornare nel rassicurante e affascinante dubbio. Sì, perché la curiosità di certo non manca, ma non chiede di essere soddisfatta, anzi aggiunge ulteriore piacere alla lettura. E non solo: non sapere chi è l’autore permette una lettura senza filtri, non mediata da ciò che sappiamo di lui: non siamo portati a interpretare il testo a partire dall’esperienza di vita di chi l’ha scritto, e per questo possiamo coglierne il significato a un livello più profondo. Anche Elena Ferrante stessa ha sottolineato questo vantaggio della sua «assenza»: «Basta allontanare lo scrittore dalla pubblica piazza, scopriremo che il testo contiene più di quanto immaginiamo». Non posso quindi che dare torto a Claudio Gatti, il giornalista che ha indagato sulla sua identità, che si è giustificato sostenendo che i lettori hanno il diritto di sapere da quale penna siano usciti best seller come L’amica geniale. No, abbiamo il diritto, semmai, all’ignoranza, al dubbio tanto prezioso nell’esperienza della lettura. Ferrante ha voluto che la leggessimo così, anche l’anonimato fa parte del suo stile, del testo, svelarne l’identità in questo modo è come riscriverne i libri.
L’autrice (o autore?) aveva dichiarato che se un giorno qualcuno avesse divulgato la sua identità, avrebbe smesso di scrivere. Rimane dunque la speranza che Claudio Gatti abbia preso un granchio, che questa vicenda sia presto dimenticata, che Ferrante sia lasciata in pace, a scrivere ancora qualcosa che vorrà condividere con noi. Che se qualcuno ancora la cerchi, la cerchi nei suoi libri, che ci parlano di lei più di ogni altra cosa.