Note a margine sullo «stallo» di Outsider
Mi rattrista sempre la chiusura di un giornale, che sia l’Unità o Europa, che sia un mensile di musica come Outsider. Se poi si tratta di un mensile unico nel suo genere e molto ben fatto rattrista ancora di più. Non ne parliamo se il direttore di quel giornale, Max Stèfani nello specifico, lo conosci da tantissimi anni e su quel giornale avevi appena iniziato a lavorare anche tu. Purtroppo però, è oggettivo, nel periodo nero per l’editoria è quasi una «follia» pensare di poter campare con un giornale stampato con molta cura e con pochissima pubblicità, soprattutto se lo paragoniamo ai concorrenti, primo fra tutti Rolling Stone.
I complimenti a Max Stèfani però sono d’obbligo: anche dopo un’esperienza trentennale alla guida del Mucchio Selvaggio, non è facile ricominciare da zero. Ma l’idea era ottima: raccogliere ogni mese il meglio della stampa musicale internazionale, in modo tale da renderla accessibile anche ai non anglofoni o a chi non ha i mezzi o il tempo per reperirla. Questa non è «follia»: è un’ottima idea. Purtroppo però ogni progetto deve fare anche i conti col mercato, che in questo periodo massacra chiunque non abbia le spalle coperte.
Speriamo davvero che questo non sia un requiem per Outsider: ci auguriamo che, con la collaborazione di tutti i lettori e di tutta la redazione, si possa trovare una soluzione che possa conciliare il portafoglio con il prodotto, ossia con una stampa musicale di grande qualità.
La Redazione de La Voce che Stecca è vicina ai colleghi di Outsider.
Tieni duro Max!
Tito G. Borsa
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia