Novità spaziale: stanno nascendo due nuovi pianeti
Nuova vita nasce ogni giorno, nella natura, attorno a noi e persino nell’immenso nero dello spazio.
L’ultima notizia che giunge dall’osservatorio Keck delle Hawaii riguarda la nuova formazione di due pianeti che risultano orbitare attorno ad una stella.
Secondo il lavoro pubblicato sull’Astronomical Journal, il nuovo corpo celeste sta crescendo attorno al sistema PDS 70, costituito da una stella che risulta essere situata a 370 anni luce dal nostro sistema solare. La stella risulta aver «collezionato» 10 milioni di anni, che nel metro stellare sono equivalenti agli anni di una giovane stella.
La foto di questa «nuova nascita» è stata scattata da un sensore ad infrarossi per la correzione dell’ottica adattiva e raffigura i due pianeti in divenire e la giovane stella con il proprio disco protoplanetario, ovvero il grosso disco formato da gas che orbita attorno a quest’ultima.
I due pianeti, chiamati PDS 70b e PDS 70c, sono stati scoperti durante il 2018 e il 2019 e presentano una configurazione simile a quella di Giove. I due corpi celesti furono scoperti già dall’Osservatorio europeo meridionale e rappresentano una sensazionale scoperta, giacché il disco di gas che si forma attorno ad una stella offusca tutti i pianeti che si formano all’interno.
Infatti, il ricercatore Jason Wang ha creato un metodo per separare la luce che proviene dai pianeti da quella prodotta invece dalla stella.
Il disco presenta difatti una forma ad anello asimmetrico, perciò, in base alla posizione del pianeta posto sulla parte superiore, può essere dedotta la reale luminosità del disco, che una volta sottratto alla luminosità totale permette di ricavare il segnale luminoso del pianeta in formazione.
La scoperta si basa sulla tecnologia ad infrarossi che sfrutto uno strumento particolare, il Near-Infrared Camera (NIRC2), che potrà essere usato in futuro per individuare quegli «oggetti individuabili» a causa della troppa luce. In altre parole, si potrebbe dire che gli scienziati hanno «trovato un modo per poter vedere attraverso una luce accecante quanto quella del Sole».
Infatti, secondo una scienziata del team, Charlotte Bond: «È emozionante vedere quanto sia preciso il nuovo sistema AO per correggere la turbolenza atmosferica di oggetti polverosi come le giovani stelle in cui si prevede che i protopianeti risiedano, consentendo la visione più chiara e nitida delle versioni bambine’ll del nostro sistema solare».
Questa informazione colpisce molto, perché ci dimostra come tutta la natura è in divenire e ci suggerisce che come le foglie crescono sugli alberi, così anche i pianeti e stelle possono nascere e possono creare nuove variabili nell’universo.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.