Le ombre della Chiesa. Chi è George Pell
George Pell, arcivescovo ausiliare di Melbourne e poi metropolita di Sydney, e ora anche prefetto degli Affari economici del Vaticano, durante la videoconferenza dall’Hotel Quirinale di Roma con la commissione d’inchiesta sugli abusi sessuali afferma: «La Chiesa cattolica ha commesso errori enormi e causato molto danni in molti luoghi, ha deluso i fedeli». Affermazione che sembra voler evidenziare un cambiamento rispetto a quella che era la Chiesa del silenzio e delle smentite, sulle quali, tra l’altro, il prelato afferma che l’istinto, allora, era di «proteggere dalla vergogna l’istituzione, la comunità della Chiesa».
Nonostante le parole pronunciate sembrino annunciare, da adesso in poi, un’assenza di tolleranza, Pell nega di essere stato a conoscenza degli abusi dei preti pedofili che operavano nella diocesi di Ballarat, in cui fu vice parroco tra il 1973 e il 1983. Il Cardinale, cui è stato concesso di deporre in videoconferenza, ammette che la decisione di trasferire il prete pedofilo seriale Gerald Ridsdale da una parrocchia all’altra, invece di denunciarlo, è stato un errore grave che ha permesso l’aumento degli abusi minorili. Ora Ridsdale è in carcere dopo esser stato condannato per 138 reati. Una delle vittime di Ridsdale, il suo stesso nipote, ha accusato Pell non solo di aver ignorato gli abusi ma anche di aver tentato di comprare il suo silenzio.
A questo punto risulterebbe lecito pensare che le parole di Pell siano tutt’altro che un tentativo di cambiamento nell’atteggiamento della Chiesa, ma anzi, l’ennesima copertura dei fatti. Non sarebbe poi strano, la pedofilia è uno dei problemi più gravi che affliggono il Vaticano ma che la Chiesa stessa pare non voler affrontare. L’atteggiamento giustificativo dura ormai da tanti, troppi anni, come anche testimoniato dal film, da poco uscito nelle sale cinematografiche, Il caso Spotlight che racconta di come la Chiesa cattolica, grazie ad alcuni esponenti collocati ai livelli più alti della gerarchia vaticana, ha creduto di «salvare la fede di molti» nascondendo le perversioni di pochi. Concetto che si ripete nella storia e nel film.
In particolare questa trasposizione cinematografica non è semplice finzione ma racconta una storia vera che vede protagonisti un gruppo di giornalisti (Spotlight) del Boston Globe i quali, nel 2002, portano avanti un’indagine sugli abusi sessuali.
Il caso Spotlight è teso al rispetto dei fatti e all’evidenziare il sistema marcio della società clericale che allora coinvolse un po’ tutti: alte cariche del Vaticano, preti, scuole, famiglie, che tentarono di insabbiare ogni colpa e vergogna.
Tutto ciò a testimonianza dello scetticismo che si ha nei confronti di un possibile cambiamento della Chiesa, che da sempre «parla bene e razzola male».
Se un cambiamento ci deve essere la Chiesa è tenuta a dimostrarlo con fatti e misure adottate, evitando parole, parabole e prediche.