L’onestà e il paradosso a 5 Stelle
obbiamo rendercene conto: la candidatura di perfetti sconosciuti non può andare a braccetto con «l’onestà andrà di moda», non necessariamente. Il Movimento 5 Stelle si basa su questo ineliminabile paradosso anche abbastanza banale: sarebbe sciocco scommettere sull’onestà di persone che non sono mai state messe alla prova. Va benissimo candidare solo chi ha la fedina penale pulita e non ha carichi pendenti, ma è sufficiente (oltre che necessario)? Certo che no: se possiamo sbilanciarci sul comportamento che avrà un «già iniziato» alla politica, è rischioso fare lo stesso con un novizio.
Facciamo un esempio: chi poteva sapere nel 2013 se i parlamentari eletti con il Movimento si sarebbero comportati onestamente e secondo le regole a 5 Stelle? Nessuno, ovviamente. Quindi suonano alquanto paradossali slogan come «Arrestano voi», rivolti a Pd e Fi: anche un eletto pentastellato potrebbe essere arrestato o potrebbe ricevere un avviso di garanzia. Non c’è alcuna ragione per cui tale situazione non sia da prendere in considerazione. E non ci sarebbe niente di male (per il Movimento) se ciò accadesse, sempre che i vertici si sbrigassero a scomunicare il diretto interessato. Questa è e dev’essere la differenza fra il M5S e gli altri partiti: la prontezza a espellere chiunque violi la legge o le regole del Movimento. Siamo pienamente consapevoli che questo sia già stato fatto e infatti stiamo puntando la lente d’ingrandimento sul passaggio precedente: il Movimento 5 Stelle, come nessun partito o associazione, non è immune dalla corruzione. È molto importante rendersene conto perché, soprattutto se gli eletti continueranno a crescere come si prevede, è statisticamente probabile incappare in qualche mela marcia. Per evitare dietrofront o figure pietose, forse sarebbe meglio evitare slogan troppo eloquenti, dopo è tardi per cambiare idea.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia