Parliamo sempre di tricolore, ma il nostro emblema?

Era il 31 Gennaio 1948 quando venne approvato dall’Assemblea Costituente l’emblema della Repubblica Italiana, ratificato definitivamente il 5 Maggio da Enrico De Nicola, Presidente della Repubblica, già Capo provvisorio dello Stato.
Tutto cominciò quando il Presidente della Commissione, Giovanni Conto, bandì radiofonicamente un concorso che aveva come tema principale il lavoro. A questo parteciparono 96 persone, che realizzarono in totale 197 bozzetti, circa poco più di due a testa. Dopo che la Commissione esaminò attentamente i vari emblemi, scelse il vincitore, ovvero Paolo Paschetto, colui che disegnò una «stella bianca a cinque punte simmetriche, centrata su una ruota dentata e circondata da un ramo d’ulivo e da uno di quercia».

Nel 1987, con Craxi Presidente, ci fu un nuovo concorso, durante il quale arrivarono 239 proposte, ma valutate dalla commissione non ebbero una lunga vita, poiché vennero tutte scartate. Soltanto durante il secondo governo Berlusconi vennero apportate lievi modifiche allo stemma, a causa del suo inserimento in un bollo ellittico.

Ogni caratteristica dell’emblema ha un suo significato particolare. L’importanza della stella, ad esempio, risale all’antica Grecia, quando all’Italia era associata la stella di Venere, perché anche questa è posta a Occidente della penisola ellenica. Oggi giorno, invece, l’Ordine della Stella d’Italia è il secondo titolo onorifico civile per importanza dello Stato italiano.
La ruota, invece, è simbolo del lavoro e del progresso, i quali sono la base della nostra Costituzione, come dispone il primo comma dell’art.1 «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Alla destra della ruota dentata troviamo un ramo di quercia, il quale rappresenta la forza e la dignità del popolo italiano. Dall’altro lato è invece situato un ramoscello d’ulivo che identifica la volontà pacifica dell’Italia, ciò che è sancito anche dall’art.11 della Costituzione, il quale dispone che «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione dei conflitti».

Va inoltre ricordato che quello italiano è considerato un emblema nazionale e non uno stemma poiché è privo dello scudo, elemento caratteristico di quest’ultimo. L’emblema Italiano è presente come loro della Presidenza del Consiglio dei Ministri, come stendardo del Presidente del Consiglio, come stendardo delle autorità civili. Lo possiamo altresì trovare al di sopra dell’entrata delle caserme, sulla tessera sanitaria, sulla nuova Carta d’Identità elettronica e sul passaporto.
Prendendo come esempio l’ambasciata italiana a Londra possiamo notare, sopra l’ingresso, la bandiera italiana a sinistra, la bandiera europea a destra e l’emblema nazionale nel mezzo.

Come gli altri simboli della Repubblica Italiana, come la bandiera tricolore, l’emblema riesce a trasmettere quel senso di appartenenza alla nazione, diffondendo i principi e le caratteristiche, anche all’estero, dello Stato da cui si proviene.