Per lo stupro di Rimini si vuole sospendere la democrazia
Per abolire il diritto val bene uno stupro di gruppo. Tutti sappiamo quanto è accaduto qualche giorno fa a Rimini, ora che pare che i 4 aggressori e stupratori siano stati identificati, è giunto il momento di sottoporli al tribunale popolare del web. «Sono per il carcere a vita e basta, niente processo se non per direttissima: una sola udienza giusto per riassumergli la cosa abominevole che hanno commesso», scrive Germana, e le fa eco Piergiorgio: «Non dovrebbero neanche permettergli di sentire un avvocato, cosa c’è da difendere?».
Di fronte a un atto ovviamente terribile, il rischio concreto è sempre quello di perdere la testa, e di sparare sentenze ad hoc e, soprattutto, a cazzum: «Vanno amputati i loro organi genitali e poi sbattuti in carcere a vita. Non vedo alternative, qualunque altra sentenza sarebbe come graziarli», è la sentenza di Leonardo. Luca invece si mette a riformare la normativa direttamente in un commento Facebook: «Sono bestie e le bestie vanno soppresse! Impiccagione in pubblica piazza per stupratori e pedofili». Poi c’è Andrea, che attizza le folle: «Se dovessero rilasciare i minorenni io proporrei il linciaggio in pubblica piazza». Fabio invece fa luce su un complotto, riferendosi al fatto che la Polonia (nazione di provenienza di due delle tre vittime) ha chiesto l’estradizione: «I 4 stupratori di Rimini in Polonia rivelerebbero chi sono i mandanti e pagatori. Non si deve sapere. I servizi segreti?».
La pena di morte, ça va sans dire, non può mancare: c’è chi parla di impiccagione, chi di sedia elettrica, chi addirittura vuole bruciare vivi i responsabili, che per ora sono presunti tali, secondo uno Stato moderno. Ovviamente in tanti se la prendono anche con gli avvocati che difenderanno i quattro uomini: «Gli avvocati in Italia sono la peggior razza perché sono d’accordo che devono lavorare ma, trovano tutti i cavilli per difendere questo fecciume che realmente per reati del genere non si dovrebbe nemmeno discutere e dargli l’ergastolo per direttissima». Al di là dell’utilizzo a dir poco discutibile della punteggiatura da parte di Mimmo, il senso è chiaro. Tutti noi vogliamo delegare la giustizia al popolo, finché non ci troviamo dalla parte degli imputati, lì rimpiangiamo la giustizia democratica.
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