Perché non meritiamo altro che titoli: la vicenda del libro su Salvini
Premessa doverosa: ciò che segue non è un discorso politico. Ciò che si intende analizzare è l’espediente comunicativo, il messaggio veicolato e l’impatto sul ricevente.
La scorsa settimana è salita agli onori delle cronache la notizia che il saggio di analisi politica Perché Salvini Merita Fiducia, Rispetto e Ammirazione, pubblicato nel febbraio 2019 a firma di un fantomatico analista politico di nome Alex Green, sta spopolando nella sezione scienze politiche di Amazon libri, dove risulta essere stato acquistato parecchie volte in tandem con Io sono Matteo Salvini. Intervista allo Specchio, edito dalla casa Altaforte Edizioni, esclusa dal Salone del Libro di Torino nel 2019 per apologia di fascismo. Peccato che il saggio del signor Green sia un’operazione di trolling ai danni dei seguaci del dio Po, specialmente quelli più vogliosi di mostrarsi intellettuali agli occhi dei parenti in vista del pranzo natalizio, e contenga, al modico prezzo di 6,99 euro, una sequela di pagine bianche e righe separatorie, come un quaderno degli appunti. Oggetto che lo stesso autore richiama nell’unico contenuto vero e proprio, ovvero la nota in cui dichiara di non aver trovato alcun argomento a sostegno del titolo e scarica l’ardua impresa sul lettore.
Per un giorno di ordinaria ironia si sono succeduti applausi, acclamazioni di genialità, commenti frustrati d’incauti avventori cascati nello scherzo e il solito bailamme d’impressioni contrastanti nei confronti di un’operazione certamente riuscita a livello di marketing, la cui unica regola portante è l’ottenimento del massimo profitto con il minimo sforzo. Sforzo che, a livello letterario e di concept, è stato nullo, in quanto l’espediente dell’annuncio dell’apologia a cui segue il silenzio è uno dei più usati e abusati da ironia, umorismo e satira fin dalla notte dei tempi. Il finto libro, tuttavia, ha il pregio di azzeccare il soggetto a cui dedicare lo scherzo, Matteo Salvini, concentrato di pochezza e incoerenza e perpetuo portatore di messaggi divide et impera atti a nascondere la palese mancanza di proposta politica, nonché d’intercettare gli umori scatenati da una copertina del genere nel pubblico potenziale.
Questo, checché ne dicano tutti gli articoli gemelli pubblicati sull’argomento, non è composto soltanto dal leghista boccalone o dal fulminato sulla via della Felpa in cerca di proseliti, alla cui capacità di pensiero critico Green potrebbe dedicare un degno sequel. Se gli acquirenti fossero soltanto tali soggetti dal bassissimo interesse per l’editoria, difficilmente si spiegherebbe il successo del libro.
A costoro si somma certamente una buona percentuale di anti- di professione, segmento consistente della fauna italiana, ovvero coloro che schivano orgogliosamente un argomento per tutta la vita, salvo poi tirarlo in ballo per riversare astio e frustrazione nei confronti di un suo attore, di solito uno di quelli più in vista, per sentirsi parte attiva della lotta contro il sistema dall’alto delle mensole di camera propria. Un libro bianco su Salvini, finalmente l’occazione per infrliggere il colpo fatale all’oppressore e riportare la pace nel mondo!
Inoltre, come dimostrano le stesse recensioni, ci sono i sedicenti intelligenti: nostalgici assaporatori della farsesca altezza della Merda D’Artista, fieri perpetuatori del sollazzo intellettuale sulle spalle del troglodita medio (ciò, beninteso, è una forma di bullismo). Essi, una volta venuti a conoscenza del non-contenuto, non possono esimersi né dal gridare ai quattro venti la genialità dell’opera né dall’acquistarla, convinti che comprenda un allegato di finezza di pensiero, unica cosa in grado di giustificare il prezzo di 6,99 euro per quello che è, fondamentalmente, un meme azzeccato. Ecco perché Green è un genio, a loro modo di vedere. La differenza di QI tra loro è lampante, tanto quanto quella tra loro e chiunque, vista la copertina, si fa una risata e passa oltre.
Ripensandoci, sarebbe divertente prendere tre di questi soggetti e spingerli a regalarsi vicendevolmente il libro in un secret santa, per poi filmare l’insulsa bagarre successiva. Insomma, signor Green, complimenti per aver trollato non soltanto i leghisti, ma anche chiunque abbia sganciato un euro, vendendo loro il nulla ben vestito e ben pagato. Il tuo successo dimostra una volta di più qual’è, al giorno d’oggi, il solo contenuto in grado di sviluppare interesse e che non meritiamo altro che titoli.
P.S: suvvia, ammettilo, hai palesemente plagiato il programma leghista alle Europee 2019. Confrontando i due testi non si scorge alcuna differenza.
Classe 1993, volevo fare il giornalista ma non ho la lingua abbastanza svelta.
Mi arrabatto tra servire pietanze, scrivere e leggere romanzi, consumare bottiglie di vino, crisi esistenziali, riflessioni filosofiche di cui non frega niente a nessuno e criptovalute.
Amo il paradosso, dunque non posso essere più felice di stare al mondo.