Povia impegnato, Povia fortunato

Dalla pagina Facebook dell'artista
Dalla pagina Facebook dell’artista

Giuseppe Povia, 42 anni di incredibili successi, è nato per cercare l’«applauso facile»: nel 2005 affronta con la canzone Mia sorella il tema della bulimia e associa I bambini fanno oh ad una raccolta fondi per il Darfur; nel 2006 invece vince Sanremo con Vorrei avere il becco, un brano ascoltabile sui piccioni: «Vorrei avere il becco, per accontentarmi delle briciole…»; nel 2009 arriva secondo al Festival con Luca era gay, canzone sulla «guarigione» di un omosessuale diventato tale perché trascurato dal padre; nel 2010 partecipa a Sanremo con La verità, pezzo dedicato a Eluana Englaro che sembrava scritto apposta per scatenare le ire del cardinale José Saraiva Martins che lo definì appunto «un inno all’eutanasia». Con nessuno che si ricordava di lui e con un nuovo album in arrivo, nel 2011 partecipa a Ballando con le stelle; poi il silenzio, almeno per noi non-fan. Ieri scopriamo che nel 2013 Povia aveva iniziato a raccogliere finanziamenti per un nuovo disco autoprodotto, «Nuovo ContrOrdine Mondiale», il cui singolo Chi comanda il mondo è uscito a marzo. Vi abbiamo fatto questa noiosa dietrologia proprio per parlarvi del «nuovo» Povia, il fratello cattivo di quello del 2005 a Sanremo.
Giuseppe, come lo chiamano molti dei suoi fan, è diventato un «cantautore impegnato post litteram», per dire, contro tutto e contro tutti: basta andare nella sua pagina Facebook per trovare una serie di video (intervallati dagli inviti ai suoi concerti) in cui critica quelli che hanno «il cuore a sinistra e il portafoglio a destra», come Santoro e Travaglio per esempio. A parte il fatto che, come è noto, il direttore del Fatto Quotidiano è un liberale «prestato» alla sinistra durante l’era Berlusconi; questa storia che chi è di sinistra non può guadagnare per merito proprio è un’idiozia che annoia già da parecchio tempo. Per tornare a Povia, è proprio lui a credere nel «colpo di stato» ai danni di Silvio Berlusconi nel 2011, è lui a salvare Salvini (non spiega per quali meriti), a lodare l’Expo perché 3 suoi amici hanno trovato lavoro lì, a definire «ladro di galline» Silvio Berlusconi (galline d’oro massiccio da 300 milioni). Un Povia intriso di complottismo, chiacchiera facile e approssimativa, generalizzazioni e, soprattutto, tanto pressapochismo. «Voi che siete nella tv che conta e fate esternazioni che per noi che stiamo al computer – e che siamo ancora pochi – sono “argomenti nocciolina”, da applauso facile». A noi invece l’«impegno» improvviso di Povia pare un marketing da vendita facile.

 

Dal video di «Chi comanda il mondo»
Dal video di «Chi comanda il mondo»