Un premio Strega ambientato ai piedi del Monte Rosa

Le otto montagne
Paolo Cognetti
Einaudi – 2016 – 18,50 euro

«Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand’ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi. In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sí, parla proprio di questo», queste le parole che usa Paolo Cognetti per descrivere Le otto montagne, con cui ha vinto il premio Strega 2017, un romanzo che santifica la montagna come modo di vivere la vita, un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. Una storia di amicizia fra due ragazzi – che poi crescono e diventano due uomini – così diversi da assomigliarsi, come gli estremi che a forza di allontanarsi s’avvicinano, un viaggio avventuroso e spirituale di fughe e ritorni, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.
Abbiamo Pietro, un ragazzino di città solitario e scontroso, che scopre il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, e lì pensa di aver trovato il posto giusto per sé. Lì incontra Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole, hanno la stessa età, ma il primo è in vacanza, mentre il secondo si occupa di far pascolare le vacche.
Iniziano cosí estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa piú simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui». Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: «Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino». Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.