Preservate Venezia, oppure fuori dall’Unesco!
«Risolvete i problemi della città o Venezia non sarà più Patrimonio dell’Umanità». Questo l’ultimatum che il comitato Unesco ha approvato all’unanimità lo scorso luglio. L’«eccezionale valore universale» del patrimonio culturale della città, grazie al quale Venezia era entrata a far parte della lista nel 1987, è oggi infatti a rischio a causa di un «serio peggioramento» e di «cambiamenti irreversibili» che potrebbero portare a una «sostanziale e irreversibile perdita di autenticità e integrità».
Se lo Stato non darà un chiaro segnale di voler risolvere i problemi elencati dall’Unesco, e non presenterà entro febbraio 2017 un primo pacchetto di misure, Venezia finirà nella lista nera dei siti a rischio, a fianco di città in cui il degrado è dovuto alla guerra e non certo a una cattiva amministrazione, come Aleppo o Damasco.
La prima a denunciare le condizioni di una delle città più belle d’Italia è stata Italia Nostra, che negli scorsi anni ha richiamato più volte l’attenzione dell’Unesco sul fatto che sono «venuti a mancare i presupposti per includere Venezia e la sua Laguna nella World Heritage List», in quanto «il governo italiano e le amministrazioni locali sono venuti meno all’impegno assunto con l’Unesco di tutelare la città». Una commissione Unesco e Icomos (International Council of Monuments and Sites) si era perciò recata nel capoluogo veneto lo scorso ottobre, confermando i timori di Italia Nostra e segnalando numerosi problemi.
Tra i più urgenti sicuramente figura la trasformazione della città in un complesso più turistico che residenziale: gli abitanti sono sempre meno – si calcola un migliaio in meno rispetto allo scorso anno –, e i proprietari di case e appartamenti preferiscono affittare ai turisti piuttosto che ai residenti. Sono proprio i turisti la causa del profondo cambiamento che ha colpito la città, prova ne è la rapida trasformazione che ha subìto la zona attorno al campo della Bragora, frequentata dai turisti solo negli ultimi anni, in cui, per protesta, qualche settimana fa sono apparsi dei cartelli eloquenti: «Tourists, go away!!! You are destroying this area!». Più pacato ed esteticamente più piacevole è invece il piccolo manifesto, diffuso dal Gruppo 25 Aprile, che illustra il comportamento da tenere in città. Ma rispettarlo non basta, Italia Nostra suggerisce di porre un limite almeno al numero di gruppi organizzati che intendono visitare la città, oltre a introdurre misure che rendano più conveniente l’affitto ai residenti.
Altre richieste avanzate dall’Unesco sono il fermo di nuovi progetti infrastrutturali, il divieto di accesso alla laguna per le grandi navi, l’introduzione di norme relative alla circolazione in acqua, come il tipo di veicoli ammessi e i limiti di velocità.
Non l’ha presa bene il sindaco, Luigi Brugnaro, che anziché essere grato della preoccupazione dimostrata nei confronti della sua città ha dichiarato che quelli della commissione non sono altro che «bei discorsi» di cui avrebbe «le scatole piene». «A Venezia ci vogliono pensare i veneziani!»; peccato che ormai i veneziani siano rimasti in pochi e che le sorti della città siano in mano a persone di passaggio, a cui forse interessa più l’oggi del domani.