A fine 2017 è previsto il primo trapianto di… testa!
Prima o poi, sappiatelo, ci sarà un trapianto di testa umana. Potevamo prevederlo, ma sembra che l’evento avverrà ben prima di quanto potessimo immaginare. L’operazione si terrà a fine anno e sarà portata a termine dal dottor Sergio Canavero (in foto), chirurgo italiano che lavorerà con la propria equipe per riuscire a salvare una vita e poter, in caso di riuscita, cambiare la storia della medicina.
I finanziamenti per l’operazione sono stati donati da diversi milionari, a partire proprio dal creatore di Facebook Mark Zuckerberg.
L’operazione risulta essere molto complessa e consiste nel recidere la testa da un corpo, per esempio quello di un paraplegico, per poi unirla ad un altro corpo che è stato devoluto da un donatore deceduto per morte cerebrale tramite una sostanza particolare, ovvero il polietilene glicole, che sembrerebbe essere in grado di fondere le due estremità del midollo spinale.
I muscoli e i vasi sanguigni, invece potranno essere collegati attraverso piccoli tubi, ovvero attraverso la anastomosi vascolare. In seguito all’operazione il paziente dovrebbe trascorrere 28 giorni di coma, al fine di sigillare la giuntura tra testa e corpo e la possibilità di rigetto dovrebbe essere arginata totalmente grazie a dei farmaci immunosoppressori che sembrerebbero essere talmente potenti da riuscire a eliminare tale possibilità
L’intervento è già stato provato su alcune cavie animali. Il primo tentativo ha avuto luogo nella clinica universitaria di Harbin in Cina, ed è stato fatto su una scimmia. In questo caso Canavero ha effettuato solamente il collegamento dei vasi sanguigni, senza intervenire sul midollo spinale, e la cavia è stata soppressa venti ore dopo l’intervento per rispettare i diktat etici.
Il secondo step è stato quello di provare ad applicare l’intero processo ad alcuni topi, che in seguito all’operazione dopo un trattamento di riabilitazione sono tornati a deambulare dopo 28 giorni.
Dei nove topi solamente uno è morto poco dopo l’operazione, mentre i restanti sono tornati a camminare e sono deceduti poco dopo il ventottesimo giorno.
Il prossimo traguardo sarà quello di ripetere l’operazione su alcuni cani, per poter testare e perfezionare a fondo la tecnica in previsione del possibile trapianto di testa umana annunciato per la fine del 2017.
La comunità scientifica risulta tutt’ora divisa sull’argomento e molti colleghi del chirurgo italiano considerano l’idea impraticabile: per fine anno forse sapremo chi avrà avuto ragione.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.