Psicosomatica, la scienza che studia il rapporto fra corpo e mente
Il corpo e la mente sono due entità connesse in modo profondo e indissolubile. È chiaro a tutti l’effetto che un’emozione può avere sul corpo: l’aumento del battito cardiaco, la sudorazione, l’arrossamento delle guance sono tutti effetti che derivano e sono determinati da eventi puramente psichici. La relazione tra corpo e mente, bisogna precisare, non si esaurisce qui: le connessioni sembrano essere molto più significative di quanto si sia ritenuto fino a pochi decenni fa. La medicina moderna sta tentando sempre di più di analizzare il complesso e misterioso rapporto fra corpo e mente. La scienza che si occupa in particolare di questo aspetto è detta psicosomatica.
È possibile, per esempio, sperimentare un sintomo che non è dovuto ad alcuna causa organica precisa: spesso è dolore in qualche parte del corpo, senza che però dagli esami diagnostici emerga una qualche eziologia plausibile. In questi casi, la mente ha un tale potere sul corpo da «produrre» autonomamente il sintomo: il soggetto soffre realmente e bisogna fare attenzione a non interpretare questa condizione come fittizia. Il paziente, al contrario, spesso patisce grandemente e si sottopone a indagini invasive o perfino interventi chirurgici superflui. Alla base di questo sintomo, secondo la psicanalisi, sarebbe un conflitto interno che il soggetto non riesce a esprimere e che emerge come sintomo fisico.
Ancora più interessante è la relazione tra alcuni sintomi psichiatrici e malattie organiche: il sintomo della depressione in un arco temporale di 4 anni aumenta del 64% la probabilità di avere delle patologie cardiovascolari (per esempio, infarti o ictus). Per questa specifica associazione si è tentato di dare una spiegazione scientifica: alcune sostanze rilasciate dalle cellule in caso di infiammazione, chiamate citochine, danneggiano la parete dei vasi sanguigni; queste stesse molecole hanno un effetto a livello cerebrale di abbassamento del tono dell’umore, quindi appunto possono causare una sintomatologia depressiva. Inoltre, è stata dimostrata un’ulteriore relazione tra le due condizioni: la depressione, in seguito a un infarto, aumenta il rischio di morte di 2-2,5 volte. Ciò significa che un soggetto depresso dopo un infarto ha il rischio di morire di almeno il doppio rispetto a un soggetto che sta bene dal punto di vista psicologico.
La depressione, comunque, sembra collegata anche a numerose altre patologie. Si presenta, infatti, in percentuali molto elevate in soggetti con il cancro, che hanno subito un ictus, con il morbo di Parkinson e perfino con il diabete (in quest’ultimo caso, quasi 1 persona su 3 soffre di depressione). Si potrebbe pensare che sia la condizione patologica a influire sulla psiche dell’individuo: è ovvio che, se uno ha il cancro, avrà un umore tendenzialmente più depresso rispetto a una persona sana. Tuttavia, il fenomeno non può essere completamente spiegato da questa considerazione. Infatti, è stata notata una curiosa correlazione tra il cancro al pancreas e la depressione: quest’ultima viene considerata una vera e propria patologia paraneoplastica. Per patologia paraneoplastica si intende una patologia che è causata in modo indiretto da un tumore, solitamente per molecole rilasciate in circolo come conseguenza della neoplasia.
La relazione tra mente e corpo è, al momento, ancora in gran parte misteriosa. Quel che è certo, comunque, è che non si può curare soltanto il sintomo fisico ignorando l’aspetto psicologico della salute dell’individuo. Per questo, è nata una branca della medicina ancora più specifica chiamata psico-neuro-endocrino-immunologia che ricerca proprio le connessioni tra quattro distretti che sembrano indipendenti, ma sono, invece, estremamente correlati: la psiche, il sistema nervoso, il sistema endocrino e quello immunitario.
Sono una studentessa della facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino.
Scrivo principalmente di argomenti scientifici, tentando di divulgare ciò che più mi appassiona.