Puglia: 100mila euro per le ferie di Padre Pio

In una teca di cristallo, col volto ricostruito in silicone – sia mai che qualcuno pensi che si tratti di un comune mortale –, e il corpo, palmi delle mani compresi, sapientemente coperto, padre Pio concede benedizioni e miracoli a Roma: per ravvivare un po’ il Giubileo, il papa ha infatti pensato bene di attrarre anche i devoti del santo delle stimmate.

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Per il trasferimento delle spoglie da San Giovanni Rotondo (Foggia) alla capitale, dove rimarranno fino al prossimo giovedì, sono state adottate misure da capo di stato: no-fly zone, scorta delle forze dell’ordine, e 800 tra carabinieri e poliziotti a proteggere il santo durante la permanenza in città. Sia mai che qualche pazzo o ultra-devoto (categorie in fondo non così diverse) si metta in testa di profanare le reliquie in un evento così importante per la carriera del santo. Sì, perché a lungo padre Pio non è stato ben visto dal Vaticano, che lo riteneva un impostore. Padre Agostino Gemelli gli aveva addirittura attribuito «le caratteristiche somatiche dell’isterico e dello psicopatico». D’altro canto come dargli torto, cos’altro si può dire di un uomo che si è procurato da sé le «stimmate» con acido fenico e tintura di iodio? Approfittatore, forse. Ma, vista la beatificazione e canonizzazione sotto papa Giovanni Paolo II, papa Francesco ha tenuto a sottolineare che alcuni «hanno fatto fatica a comprendere ciò che avveniva intorno a quest’uomo di Dio». Già, in fondo perché essere così scettici, forse è stato il Signore in persona a consigliare a padre Pio di procurarsi l’acido in farmacia.
padrepioNessuno sembra battere ciglio di fronte allo spreco di energie e denaro in onore del santo: tutti hanno altro a cui pensare, i fedeli a pregare e a farsi selfie con la salma, i politici a guadagnare consensi. Intanto, però, a pagare per tutto ciò non è la Chiesa, come il buon senso potrebbe suggerire, ma la regione Puglia, ovvero i cittadini pugliesi. E la cifra non è affatto indifferente: si parla di ben 100mila euro, sfilati dalle tasche dei contribuenti per un’opera pia collettiva: pagare le vacanze a un santo. Napoleone Cera (Popolari), padre dell’iniziativa, ha giustificato la spesa in questo modo: «Un santo abbiamo in Puglia, e lo dobbiamo pure trattare male?».
Magari sarebbe il caso di evitare intanto di trattare male i cittadini, che hanno fatto sentire la loro voce contro la grave ingiustizia subita: essere stati privati del santo per una decina di giorni. «Per me è una giornata triste», commenta un fedele. «La sensazione è che ci mancherà qualcosa». Saranno i soldi pubblici che il santo si è portato via, ma che non torneranno indietro con lui.