Racconta la Shoah, morendo a soli 16 anni
Racconti dal ghetto di Lodz
Abram Cytryn
Marsilio — 2016 — 16,50 euro
Łódź (in tedesco Lodsch e Litzmannstadt durante l’occupazione nazista, in latino Lodzia) oggi è una città polacca di 708.554 abitanti, situata al centro del paese. Così viene descritto da Wikipedia il luogo protagonista del nostro libro, Racconti dal ghetto di Lodz. L’autore Abram Cytryn è un ragazzo ebreo di sedici anni che da quel ghetto verrà deportato nel 1944 nel lager di Auschwitz per morirci dopo alcuni giorni in una camera a gas. Ad Abram piaceva scrivere e doveva piacergli tanto e a ogni costo dal momento che trova lo spirito e l’energia per raccontare in ventiquattro taccuini la vita quotidiana all’interno dell’universo concentrazionario del ghetto con una lucidità sorprendente ma anche con un forte talento poetico.
Considerata un capolavoro dai maggiori studiosi della Shoah, l’opera è stata trascurata dalla storiografia italiana. In realtà si pone sul solco tracciato da volumi ben più famosi e riconosciuti, come il Diario di Anne Frank e Se questo è un uomo di Primo Levi: tutti condividono l’urgenza drammatica di narrare per non affondare: «Scrivere per lottare contro l’inferno in terra, per comporre un’opera letteraria capace di dare voce alle energie di una comunità destinata allo sterminio e alla scomparsa totale… Scrivere per ottemperare a un impegno preso con i morti del ghetto o di Auschwitz: innalzare al cielo una targa che obblighi il lettore a ricordare, in ogni tempo e in ogni luogo». Così Frediano Sessi descrive questo imperativo nella Prefazione. Noi vorremmo aggiungere che conoscere oggi la breve e dolorosa vita di Cytryn e l’esistenza del ghetto di Lodz serve a riflettere sulla sacralità della vita quando questa è ridotta a dura sopravvivenza, ovunque e in ogni tempo. Il racconto della madre che nasconde il cadavere del figlio per cercare disperatamente di non far morire anche la figlioletta malata, ci rimanda ad un’etica antica, ormai sepolta, fondata sull’essenziale cioè sulla necessità di assicurare la continuità della vita stessa.
In epoca e in luoghi dove imperano futilità, falsi drammi e diritti da bere, la lettura di questo libro funziona anche da richiamo alla concretezza, alla vita e alle sue reali necessità.
C.R.
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