Salvatores e Big Hero 6, due film da consigliare
Se permettete, vorrei parlare di cinema, perché la realtà è abbastanza deprimente. Il cinema però dovrebbe rimanere tale, per esempio eviterei di riprodurre veramente certe scene di funerali.
Ho visto il Ragazzo Invisibile, intendo il film di Gabriele Salvatores. Il canovaccio è un po’ sempre lo stesso: protagonista sfigato, vittima di bullismo, non considerato dalla ragazza che gli piace e tutto, invece è qualcosa di più, è molto poetico, si vede che non è il solito film di supereroi per adolescenti. Infatti, il bel costume di Spider-Man, che si vede in vetrina all’inizio, rimane in vetrina. Anche se alcuni cliché non potevano mancare, come il conto alla rovescia con successiva esplosione, ma insomma ci poteva anche stare, anche i risvolti politici della trama spiazzano. È insolito un supereroe che vive in Italia, ma che scopre un potere grazie a un costume cinese. Abbiamo supereroi qui, ma fanno poca notizia. L’invisibilità, poi, è fantastica (oltre a contenere richiami al nome Cecilia). Il protagonista deve diventare invisibile per farsi notare e farsi avanti nella vita (oltre che per introdursi nello spogliatoio delle ragazze). Tutto ha l’aria di un fumetto, ma non per questo pone interrogativi meno seri.
Un altro film che consiglio, anche se evidentemente più infantile, è Big Hero 6, soprattutto la prima mezz’ora che è di una tristezza impressionante. È ambientato in Giappone (pare scoppiata la nippo-mania ultimamente), ma i personaggi hanno evidenti tratti occidentali, tanto che persino la città si chiama San Fransokyo; è una storia commuovente su come superare il lutto e andare avanti. Il protagonista, Hiro, ha circa tredici anni, come il ragazzo invisibile, ma, al contrario di lui, è un genio che punta a essere ammesso a una super università. Già orfano, perde anche il fratello maggiore, il suo mito, quello che lo aveva convinto a iscriversi all’università. Fortunatamente, Baymax (il progetto cui il fratello morto stava lavorando) è intatto. Un simpatico infermiere robot che riesce a ridare a Hiro una speranza. Avrei voluto avere dieci anni in meno per godermi tutte le scene, ma pazienza.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.