Razzismo, quella sensazione di déjà vu
Quando ho visto per la prima volta La vita è bella avevo più o meno l’età del bambino, figlio del protagonista. Me la sono bevuta, la storia del concorso per vincere un carrarmato vero (perché un carrarmato vero fa gola a tutti), ho creduto al «gioco del nascondino», seguito dalla prova del «zitto zitto», non pensavo che la follia umana arrivasse a tanto. E, invece, c’è arrivata e ci sta arrivando ancora. In Ungheria è partito un treno, in coda al treno è stato aggiunto un vagone biciclette. Che non trasporta biciclette, ma esseri umani ammassati l’uno sull’altro. Un vagone che viaggia con le porte chiuse, così le biciclette non scappano. Altro che lamentarsi di Trenitalia. Ho come una sensazione di nausea e di déjà vu, come se il viaggio di prima classe dei profughi che passano per l’Ungheria sia già stato fatto. Li stanno trasportando verso i campi di prima accoglienza, campi «chiusi». Non esattamente la meta dei sogni, alcuni cercano di fuggire. Attrezzati per 2200 persone, ne ospitano almeno il doppio. Nel frattempo, i lavori al muro al confine con la Serbia proseguono e l’Unione Europea dov’è? Come intende rispondere? Non dovrebbe garantire il rispetto dei diritti umani e la Pace? L’Ungheria non ha accolto nessun profugo (anche perché quasi tutti transitano da lì, senza rimanere), se non a casa di qualche privato cittadino, ma l’Ue sembra non aver reagito abbastanza, è troppo occupata a tenersi stretta la Grecia.
Io ho ricordi solo positivi dell’Ungheria: i prezzi bassi degli hotel a Budapest, il torneo di scacchi che si fa il primo sabato di ogni mese, le inevitabili legnate da avversari troppo forti, il dolce Mister Nagy e la sua voce calda che fa dimenticare i problemi, il parlamento (di cui il modellino sulla scrivania). E la carbonara al ristorante di Alessandro, che non è segnalato adeguatamente, non ha un’insegna decente, ma l’ho trovato per caso e ho invitato a pranzo Mister Nagy. Lui ha una sorta di «deformazione» al cervello che gli fa sentire tutte le emozioni amplificate, è un tenerone. Davvero è rappresentato dal premier Orban? Davvero crede alla propaganda dell’odio? Se è così, lei mi delude, mister Nagy. Oppure fa parte anche lei di quella massa di ungheresi indignati. Alle stazioni, a volte, si trovano dei volontari di Migration Aid, un’organizzazione nata spontaneamente, per iniziativa della gente comune, in mezzo all’odio.
Alla fine mi hanno spiegato La vita è bella, ma avrei preferito non sapere, la storia era più divertente prima. Quando dipingevo la sfinge di gesso per studiare gli antichi egizi, ad esempio.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.