Referendum: il ricatto, se vince il «No» è il caos
Votare «Sì» o «No» al referendum costituzionale di ottobre? La risposta non è semplice da dare e di certo i nostri politici non chiariscono le conseguenze di una scelta piuttosto che l’altra ma si limitano a incutere timore nella popolazione con frasi intimidatorie.
È il caso del ministro delle riforme Maria Elena Boschi che all’accusa di Gianni Cuperlo, «La maggioranza pratica bullismo anagrafico verso gli italiani», afferma «Chi vota “No” fa come Casapound», appoggiando di fatto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che si scaglia contro i giuristi accusandoli di non proteggere la Costituzione, scambiata per qualcosa di immutabile come il codice di Hammurabi.
Il nostro premier sembra voler rassegnare le dimissioni in caso di fallimento del referendum, mentre altre voci smentiscono, creando ancora più confusione con la poca chiarezza.
Dunque tutte queste affermazioni e smentite si rivelano essere come dei velati ricatti morali ai danni dei cittadini, come affermato da Cuperlo, che magari in preda al panico voteranno un «Si» per paura che l’Italia cada nel caos.