Referendum: si decidono le regole della politica

Da domani cercheremo di spiegarvi perché chi scrive voterà «No» al referendum costituzionale di ottobre. Vi abbiamo già riassunto i 13 punti fondamentali della riforma firmata Renzi-Boschi-Verdini, ora – basandoci su questa divisione – proveremo ad andare oltre e a motivare, al di là di ogni partigianeria o preferenza politica, la nostra scelta.

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Più volte abbiamo cercato di condurre un confronto civile e argomentato fra i due schieramenti e su questa linea intendiamo prendere posizione, consapevoli che la priorità non sia la vittoria bensì il voto consapevole dei cittadini. Anche se solo due lettori si sono presi la briga di leggere quanto abbiamo precedentemente scritto, e anche se solo uno di questi due lettori ha compreso fino in fondo il significato e l’enorme portata di questo referendum, possiamo ritenerci soddisfatti. Non abbiamo i numeri e nemmeno la volontà di orientare in un senso o nell’altro il voto, ma questo non ci impedisce di provare a spiegare a chi ci vuole ascoltare perché il ddl Boschi non ci piace nemmeno un po’.
Appaiono decisamente fuori luogo i commenti secondo cui ci si dovrebbe occupare di questioni meno istituzionali e astratte a favore dei problemi che riguardano in prima persona i cittadini: il voto autunnale è superiore a qualunque questione perché il risultato stabilirà le regole dell’agire politico e quindi il modo in cui le questioni andranno affrontate e – si spera – risolte.
Per questo motivo crediamo molto nei nostri concittadini e desideriamo informarli, non in modo paternalistico, bensì da pari a pari, solo che noi abbiamo il tempo e i mezzi per andare alla radice delle cose, di comprenderle prima per poi spiegarle a chi ci legge. Non si tratta di un insegnamento cattedratico, bensì di un input a una discussione che, speriamo, possa animare anche queste pagine.
L’importanza del referendum costituzionale è enorme: la modifica di un terzo degli articoli della Carta è un intervento che – a prescindere dalla qualità della riforma – a nostro parere richiederebbe a prescindere l’intervento referendario dei cittadini. Fortunatamente i voti parlamentari non hanno raggiunto la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione diretta della riforma, ora noi non possiamo in nessun modo astenerci perché la materia è troppo complessa oppure, peggio, votare accecati dalle partigianerie politiche: se è vero che questo parlamento, dopo la bocciatura del porcellum con cui è stato eletto, avrebbe dovuto approvare una legge elettorale e poi levare le tende, è altresì vero che arrivati al referendum non possiamo basarci su questioni di principio e nemmeno sul nostro orientamento politico. Qui ci sono in ballo le regole del gioco e questo dev’essere un motivo sufficiente per prendere la cosa con estrema serietà.

Il CALENDARIO
25 agosto: Perché bisogna votare «No» a prescindere
1 settembre: Il nuovo Senato
4 settembre: La funzione legislativa del Senato
7 settembre: Il giudizio di costituzionalità
11 settembre: Il ruolo del Governo
14 settembre: Il Presidente della Repubblica
16 settembre: I cittadini: leggi popolari e referendum
18 settembre: Stato, Regioni e Province
20 settembre: Cnel e Corte costituzionale
24 settembre: Il «Sì», uno schieramento che troppo spesso mente