Tito Borsa risponde alla replica di Alessandra Moretti
LA REPLICA
Alessandra Moretti, candidata Pd alla presidenza del Veneto alle regionali del 31 maggio scorso, ha risposto al mio pezzo su di lei «Carissimo Tito Borsa, prima di esprimere giudizi non è forse meglio approfondire?», citando poi un’intervista che ha rilasciato all’Huffington Post in cui si addossava la colpa della batosta presa alle elezioni.
Vede, cara Moretti, io ammetto di non aver letto la suddetta intervista (datata 21 luglio) e di questo mi scuso ma le confesso che a me questa intervista sembra solo una toppa al caos creato dalle sue affermazioni fatte a Verona il giorno prima: «La mia campagna elettorale è stata completamente sbagliata – ha detto Moretti – non mi hanno fatto quasi mai andare in televisione dicendo che ero sovraesposta, proprio mentre Zaia era su ogni canale. Mi sono dovuta vestire con un look castigato, da ferrotranviere. In definitiva, hanno cercato di dare un’immagine di me che non era credibile, quella non ero io» (fonte: Alessio Corazza, Corriere del Veneto). A me sinceramente poco importa se la vera Moretti è la «ladylike» oppure quella «castigata» e vestita da «ferrotranviere», e sono convinto che non sia importato tanto nemmeno agli elettori: non è sul look che si basa una campagna elettorale. Apprezzo il coraggio (dopo essersi dimessa da europarlamentare) di voler tentare una «mission impossible» come battere Zaia, però lo si dovrebbe fare con delle proposte innovative, non cercando di rispondere ai colpi assestati dall’avversario senza dire nulla di nuovo.
Concludo chiedendo a lei e a molte altre donne della politica di smetterla di etichettare come «misoginia» ogni critica: sbagliate anche voi, e non perché siete donne.
T.B.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia
Spero che questa risposta sia la parola fine allo spazio finora dedicato a una delle tante inconsistenze politiche italiote, al femminile solo perchè “inconsistenza” finisce per a!