I ricordi dell’estate

Ognuno porta bei ricordi dopo l’estate. Se li tiene dentro con cura e li riscopre per scaldarsi quando il freddo è troppo freddo durante l’inverno.
Ognuno ha la sua stagione, la mia è l’estate. Sarà perché sono nata a luglio, non so. Ma mi sento più viva, più felice, più me stessa. È giusto vivere tutte le migliori esperienze senza pensare, ma lasciandosi guidare dall’istinto.
Perché d’estate, è tutto più luminoso, caldo e magico. Mi ritorna in mente come fosse ieri…

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C’è stato profumo dal primo istante. Quel profumo di estate che sta addosso alla pelle, come sale del mare. rimane tra i capelli.
Raggi di sole. Quel passeggiare leggeri tra le strade con un gelato e il petto arioso.
Vento.
Poi acqua.
Una sigaretta.
Già così la felicità la si sente solleticare i piedi. Risale come una piccola scarica elettrica e dopo… Se scatta la magia, arriva alla testa.
E ti droga di vita.
Parlo di questi momenti come se li conoscessi bene. In realtà sono più che rari, se non quasi assenti nella mia vita. Pochi lo sanno, chi sa andare a fondo, oltre le iridi, dentro le pupille.
Selvaggia.
Sono partita con l’obiettivo di vivermi ogni cosa. Ogni esperienza. Ogni emozione. Vorace, affamata di vita. Di nuovo. Speranzosa… Perché le persone nel mondo sono tutte diverse, se s’accende il contatto, a quel punto si viaggia oltre, oltre orizzonti obliqui.
Infatti, accadde così. Per puro caso.
Là felicità, quella vera, pulsava in tutto il mio corpo cullata da un poco d’alcool… Il giusto per far sì che la musica sovrastasse il brusio nella mia testa. Ballavo. Ballavo come non avevo mai fatto. Senza pensieri, nella mia acqua. Col mio sole. Le persone… Avrei voluto stringerle tutte, per contagiarle. Perché la gente, non vede la realtà come la vedo io. Non la vive così… Come una bambina alla scoperta di ogni insignificante meraviglia, estasiata e travolta da ogni sentimento. Fluido, movimento.
Chiudo gli occhi e lascio girare le braccia, i fianchi…in un dolce affondo nella sabbia che tra i piedi mi dà sostegno, modellandosi tra le dita. Una sirena, una sirena.
Mi piace pensarlo.
Poi, stop.
Accadde anche lì.
Nel mio piccolo grande mondo, che in quel momento era in festa, bussò qualcuno. Ma che bussò, buttó giù la porta. Delicatamente, ma con decisione.
Con un sorriso appena accennato, bloccai gli occhi.
Dicono che guardarsi negli occhi sia un gesto incredibilmente intimo. Se lo si fa bene.
Non avevo intenzioni strane.
Accoglievo quello sguardo che studiava, ma non faceva male.
Adoro le sfide. Con le sole pupille, narrai le mie più intime ombre. Colori. Demoni. Istinti. Segreti. Voglie.
Non aspettavo altro.
E mi stupii di quanto quegli occhi azzurri macchiati di pagliuzze di oro giallo riuscissero ad assorbire.
Un misto tra estasi e pace di questa simbiosi momentanea con una persona della quale io conoscevo solo l’intraducibile borbottio dei pensieri.
Sarei rimasta così per ore.
Magnetico.
Io sono Adrenalina.
Di solito faccio implodere chi guardo fisso negli occhi. O fuggono prima.
Lui no.
Ci provava gusto.
Che stessimo parlando nella stessa lingua? Non so cosa ci dicemmo.
So solo che avevo capito, già da prima.
Quando le dita sconosciute accarezzarono il mio collo fragile e stanco a causa del peso del passato.
Delicate.
C’è contatto.
Il corpo parla con le mani e sulla schiena dipinsi canzoni mai scritte.
Perché mi andava così. Senza pensare, trascinata dalla mia incoscienza. La mia impulsività che, timida, avevo soffocato come il resto della mia vita.
Mi sentii viva.
Sarà un gioco. Ma in quello sguardo volevo sentirmi sbranata da dentro.
E mi sentii compresa.
Folle. Libera.
Forse… felice.
Utilizzerò questo ricordo ogni qual volta in cui mi sentirò il cuore freddo. L’anima assonnata. A volte ci si nutre anche di pensieri. Basta andarli a ripescare. Bisogna avere coraggio, perché si rischia di cadere della malinconia. È difficilissimo rievocare la felicità, è facilissimo rievocare il dolore.
Ma bisogna essere contenti di ciò che si è vissuto, anche se non c’è più.
Anche se le persone non ci sono più.
Purtroppo, la felicità, non è un qualcosa che ci procurano gli altri.
Viene da noi. Siamo noi gli artefici, è solo noi possiamo trovarla.
A volte si nasconde bene…
ma non dobbiamo mai dimenticarci della felicità, anche se non si fa vedere per interi inverni.
Non abbiate paura, la felicità non si dimentica mai di noi, come noi non abbiamo dimenticato tutte le volte in cui si presentò lei, quando meno ce l’aspettavamo.