«Ridete, per Dio», un testamento di satira

Ridete, per Dio
Charb (prefazione di Erri De Luca)
Piemme – 2015 – 16 euro

566-5063-1_a51e97a659b6e34222d25d3830e95f96Il 7 gennaio scorso Charb, allora direttore del settimanale francese Charlie Hebdo, moriva crivellato dai colpi di due fanatici responsabili della strage che decimò la redazione. Ridete, per Dio, letto con il senno di poi, ha il sapore di un testamento spirituale all’insegna della laicità e dell’irriverenza: l’Autore, prendendo come esempio le sentenze di morte islamiche (le fatwa), condanna il mese di gennaio, Louis Vuitton, i genitori degli alunni, il 3D, i tartufi, i falsi anarchici e tanti altri fra cui anche i giornalisti che chiedono «Cosa prova?» ai parenti degli ostaggi. Charb, in risposta alle numerosissime minacce di morte ricevute, decide di proclamarsi ayatollah e di condannare con l’arma della satira.
Un paio di pagine dedicate a ogni bersaglio per spiegare le motivazioni dell’«A morte» e poi la sentenza: «Credo che converrete con me – conclude nella fatwa contro l’offuscamento dei capezzoli – alla prossima manifestazione dovremo metterci dei finti capezzoli sui coglioni gettando nel ridicolo i giornalisti censori che mostreranno i testicoli in televisione, ma sfocheranno i bottoni rosa incollati sopra. Amen».
Il risultato è una raccolta che è strano che sia stata pubblicata in Italia, patria del fottuto politicamente corretto (complimenti a Piemme): una presa in giro dei luoghi comuni, delle paure e delle certezze che ci accomunano. Impossibile non ricevere un’indiretta condanna a morte da Charb, ma è anche impossibile non sorridere delle proprie debolezze che un grande fumettista e autore satirico ha saputo mettere in mostra con l’eleganza del politicamente scorretto.
Un capolavoro da leggere e rileggere finché non ci stamperemo bene in mente che una risata è più forte di una sventagliata di mitra, e che il mondo sarà di sicuro migliore il giorno in cui sarà fondato sulla laicità.