Risparmio e semplicità volontaria: come vivere senza lavorare
Lunedì 21 giugno è andata in onda la seconda intervista in diretta Facebook targata La Voce che Stecca, una chiacchierata di quasi un’ora con lo scrittore, streamer e youtuber Francesco Narmenni.
Prendendo le mosse dal suo ultimo lavoro intitolato Ricco solo risparmiando, abbiamo ripercorso la peculiare scelta di vita di Francesco, ex programmatore software trasfertista che da circa un decennio si è ritirato in un paesino di montagna con la famiglia e vive senza lavorare nel senso classico del termine, ovvero senza risolvere problemi di altri vendendo il suo tempo in cambio del denaro necessario per vivere immerso nel ciclo di produzione e consumo.
Perché va detto, e Narmenni lo ribadisce spesso, risultando così credibile in confronto a molti guru della rete, smettere di lavorare non significa dedicarsi all’ozio più completo, bensì garantirsi tante piccole rendite costanti grazie a piccole attività indipendenti, investimenti oculati e precise scelte di vita quotidiane votate al risparmio e all’autoproduzione delle risorse necessarie, laddove possibile.
Ricco solo risparmiando, in questo senso, propone due percorsi tabellati e divisi per voci di spesa, partendo dal bilancio medio di una famiglia italiana stilato dall’INPS. Il primo, più soft, si rivolge a risparmiatori definiti normali e il secondo a chi, come l’autore, intende portare questa filosofia all’estremo, arrivando a tagliare tutto il superfluo e a vivere con meno di 600 euro al mese.
A che pro operare tali sacrifici, si chiederà il lettore? Per diventare ricchi. Ricchi sul serio, però, non come la maggior parte di coloro che al giorno d’oggi appaiono benestanti perché fruitori di beni e servizi costosi. Ricchi, secondo Narmenni e chi come lui abbraccia la semplicità volontaria, significa liberi da vincoli e condizionamenti e in grado di disporre autonomamente del proprio tempo. Ma anche liberi dai meccanismi del capitalismo e del sistema sociale, dal dogma di dover apparire migliori, dall’alterare se stessi e l’ambiente, dallo spreco e dalla sudditanza al giudizio altrui. Oltre a ciò, significa ricchi anche nel senso comune del termine, in quanto il minimalismo porta ad accumulare un gruzzolo importante in un lasso di tempo relativamente breve.
Una volta ritirati dal lavoro, avere tanto tempo a disposizione e perseguire l’obiettivo di delegare i bisogni quotidiani il meno possibile forgia una mentalità proattiva e basata sul problem solving, che spinge il singolo a ricercare e a sfruttare le occasioni di acquisto agevolato di beni o servizi, oppure a scoprire alternative all’economia di mercato quali i GAS (gruppi di acquisto solidale) e il cohousing. Tutto ciò agevola la seconda fase del piano di vita del vero ricco, ovvero investire al meglio per garantirsi una copiosa rendita costante nel presente e nel futuro e risolvere così l’altro enorme problema finanziario diffuso dei tempi moderni: la mancanza di certezze sulla futura pensione, che si versino o meno i contributi.
Narmenni consiglia di operare scelte consapevoli sul mercato immobiliare, sfruttando i cicli di valore degli immobili per acquistare case a poco prezzo e approfittando delle detrazioni per le ristrutturazioni per rimetterle a nuovo, affittarle, ripagare l’investimento nel giro di qualche anno e investire nuovamente il capitale di partenza. Dopo due o tre cicli l’indotto generato dovrebbe essere sufficiente a vivere di rendita continuando a guadagnare, specialmente se la semplicità volontaria non viene nel frattempo abbandonata. Altre strade percorribili sono i mercati finanziari e le attività creative come la scrittura, che tuttavia, al contrario del mattone, richiedono abilità peculiari e non accessibili a tutti.
La sola eccezione alla mentalità del risparmio sono i viaggi, essenziali secondo Francesco per l’arricchimento interiore e la felicità dell’individuo, i quali possono tuttavia essere organizzati e fruiti al di fuori delle finestre temporali o dalle destinazioni più gettonate, sfruttando il calo dei prezzi fuori stagione e le offerte delle compagnie aeree e delle strutture ricettive.
Perché ciò che costa davvero e ci tiene lontani dalla ricchezza non è il servizio, ma il vizio.
Riguarda qui la diretta:
Classe 1993, volevo fare il giornalista ma non ho la lingua abbastanza svelta.
Mi arrabatto tra servire pietanze, scrivere e leggere romanzi, consumare bottiglie di vino, crisi esistenziali, riflessioni filosofiche di cui non frega niente a nessuno e criptovalute.
Amo il paradosso, dunque non posso essere più felice di stare al mondo.