Ritraggo gli altri perché possano apprezzarsi

Quante volte ci siamo alzati dal letto, la mattina, stanchi, svogliati. E, una volta davanti allo specchio ci siamo osservati il viso assonnato, con una smorfia di dissenso, o uno sbuffo di noia. Perché alla fine è così, siamo costretti a convivere con quel muso lì. Tutte le mattine, tutti i giorni. Che ci piaccia o no.

«Uomo allo specchio», René Magritte, 1937
«Uomo allo specchio», René Magritte, 1937

Il punto è che tutti noi non ci piacciamo poi così tanto. Magari ci andiamo bene così. Ma i modelli sono altri, la perfezione, la felicità… È sempre altro.
Tutte le sere andiamo a letto con i nostri bagagli pieni di ore trascorse insieme a noi stessi. Ma non sappiamo con chi stiamo andando a dormire, nei sogni ci svegliamo di botto spaventati o eccitati da qualcosa che ci sorprende. E la sorpresa, è che siamo sempre e solo noi.
Sono solita osservare le persone, sono affascinata da ogni essere vivente. Non seguo un’idea precostituita di «bello» o «brutto». Vedo semplicemente esseri umani. E ognuno di loro, tutti hanno qualcosa di poetico.
Schermata 2016-06-27 alle 07.39.35Non nell’eleganza del vestito, o nel prezzo dello smartphone.
La gente porta con sè poesie che non ha mai scritto tra le rughe della vecchiaia. Tra le ciglia lunghe o quel gesto disinteressato. Nel modo di camminare, nel suono della voce. Riesco a vederlo.
Riesco a vedere quella bellezza in tutti, quella stessa bellezza che ogni persona avrebbe il diritto di conoscere. Per conoscere se stessi. E vedere quella meraviglia che vedo io.
Ognuno di noi è un piccolo grande quadro vivente.
È così che mi è nata l’idea dei ritratti scritti.
Che ritratti non sono. Volevo mostrare alle persone ciò che vedevo io di loro. Per regalare qualcosa che andasse oltre all’immagine. Qualcosa di esclusivo. Qualcosa di sorprendente. La capacità di innamorarsi di sè stessi, attraverso la lettura dei gesti più banali.
Nessuno ormai è più in grado di amarsi. Anzi, è la cosa più difficile del mondo.
Ma poi mi guardò in giro e, soffermandomi su quella ragazza mi dico «Se solo lei potesse vedere ciò che vedo io…».
Vorrei regalare un ritratto a ogni persona. In modo tale che lo conservi…
Il tutto funziona molto semplicemente: ci incontriamo, almeno un paio di volte, come due amici a un bar. E si parla. Io osservo. Mi incanto. Poi scrivo.